Beatrice Venezi a tutto tondo ai microfoni di Libero. Il celebre direttore d’orchestra ha ripercorso la sua carriera partendo dall’adolescenza, una fase vissuta sempre al di fuori dei contesti in cui si trovava, anche a scuola: “Non mi sono mai sentita veramente “parte” . Mi ricordo che tante delle cose che interessavano i miei coetanei a me non interessavano minimamente. Ho sempre avuto un carattere piuttosto introverso da bambina che poi si è trasformato nel corso degli anni”.
La Venezi ha spiegato di aver sempre avuto un pensiero critico molto acceso e di non aver mai accettato di essere descritta come se fosse un foglio bianco. Le cadute non sono mancate, a partire dal liceo: “Ho frequentato una delle prime sperimentazioni di liceo musicale per garantirmi una formazione di base ma conservando il tempo necessario da dedicare allo strumento. Al momento dell’ingresso al liceo già da un po’ di anni studiavo al conservatorio e avevo sostenuto esami di solfeggio, il quinto di pianoforte, e stavo per concludere il corso di armonia e di storia della musica. Una formazione che può essere equiparata a quella universitaria. Beh, era come se gli insegnanti avvertissero una sorta di diminutio nei loro confronti. Si sentivano depotenziati nel loro ruolo. Nutrivano un pregiudizio verso di me”.
Beatrice Venezi a tutto tondo
Ma non è tutto. Un altro problema fu rappresentato dalla candidatura del padre con Forza Nuova: “Il giorno io mi ritrovai la scuola tappezzata con manifesti antifascisti con il mio nome sopra, e venne fuori in seguito che non era stata opera di collettivi studenteschi ma degli stessi docenti“, le parole di Venezi. Il direttore d’orchestra ha spiegato che per imparzialità fu necessario l’intervento di un commissario ministeriale durante il suo esame. Ma Venezi visse quel periodo particolarmente male: “Al contrario di molti, io al liceo non ci tornerei mai. Ma la soddisfazione di aver raggiunto i miei obiettivi, nonostante loro, mi ha ampiamente ripagata”.