Beatrice Venezi: “a 19 anni ho preso la bacchetta in mano”
Beatrice Venezi è tra gli ospiti della prima puntata di “Da noi…a ruota libera“, il programma condotto da Francesca Fialdini su Rai1. La direttrice d’orchestra è pronta a raccontarsi a cuore aperto nel pomeriggio di Rai1: dagli esordi alla carriera che l’ha portata a diventare una delle direttrice d’orchestra più apprezzate. Dalle pagine de La Stampa ha raccontato come è nata la sua passione per questo lavoro: “presto. Come se avessi sentito il richiamo fin da bambina. A 4 anni danzavo. La musica è arrivata poco dopo”. A soli 19 anni ha preso la bacchetta in mano per la prima volta, mentre stava finendo gli studi di pianoforte. “Decisi di frequentare i corsi di direzione d’orchestra di Piero Bellugi” – ha precisato la direttrice d’orchestra che parlando del suo maestro ha detto “uno bravo, bravissimo. Avrebbe potuto fare una carriera molto superiore. Ma sulla carriera degli artisti incide anche il dato caratteriale”.
Un carattere forte e deciso quello di Beatrice che ha precisato: “ho la mia personalità. Ma so anche come gestire me stessa e un’orchestra”. Diventare una direttrice d’orchestra non è stato facile, ma la guida di Piero Bellugi è stata importante: “era adorabile. Generosissimo. Diciamo che non amava mediare”.
Beatrice Venezi: “direttrice d’orchestra? il mio è un lavoro di squadra?
La fama di Beatrice Venezi come direttrice d’orchestra è nota, ma a volte ha fatto discutere per alcune sue dichiarazioni. “Sono cattolica, vado a messa e sono praticante. Papa Ratzinger? Di lui ammiravo la caratura intellettuale, di filosofo, di grande amante delle arti e della musica” – ha dichiarato non nascondendo il suo orientamento politico di destra. La pianista è tra i sostenitori del concetto di patria: “è un concetto di cui dobbiamo tornare ad appropriarci. Significa amore per la nostra terra e le nostre radici, la nostra tradizione e la nostra cultura. Tutto il mondo ci invidia, noi ci denigriamo”.
Tornando al suo lavoro ha precisato: “è un lavoro di squadra. Ma l’interpretazione la decide una persona sola. Se i settanta musicisti seguissero tutti la loro sensibilità sarebbe il caos. Serve qualcuno che unisca le coscienze musicali e le guidi”. Infine, pur essendo di destra, ha qualcosa da ridire su quanto successo durante lo show di Morgan e Sgarbi al Maxxi di Roma: “certe cose sono ormai non sono solo di cattivo gusto, sono proprio obsolete”.