LA “BACCHETTATA” DI BEATRICE VENEZI ALLA SINISTRA: “SONO DI DESTRA MA NON SONO FASCISTA”
«Non sono fascista, sono di destra, conservatrice e credo in Dio»: lo dice senza peli sulla lingua, dritta al punto, il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, nell’occhio del ciclone in Francia dopo averla accusata di essere addirittura fascista in quanto ha speso parole di stima per il Governo Meloni e in generale il Centrodestra italiano. Intervistata da “La Stampa”, Venezi si racconta a 360% e si toglie qualche ingombrante “sassolino” dalla bacchetta d’orchestra: «Può andare a rileggere quello che ho detto e scritto nella mia vita, non troverà niente che si avvicini anche solo vagamente alla prevaricazione sull’altro, all’omofobia o al fascismo».
Oggi essere di destra significa essere conservatori, sottolinea ancora il direttore d’orchestra (come vuole farsi chiamare, ndr) accusato di essere fascista dalla “gauche” transalpina e pure italiana: «“Dio, patria e famiglia” era anche uno slogan della Dc. Eppure, tanti fanno finta di indignarsi. In ogni caso sono valori in cui io mi riconosco». Figlia di un dirigente di Forza Nuova, Beatrice Venezi ancora oggi non accetta di venir chiamata “fascistella” solo per gli orientamenti politici del padre: «I miei non mi hanno mai fatto mancare nulla, ma fin da studente ho sempre badato alle mie esigenze in autonomia, cercando di pesare il meno possibile in casa». Rivendicandolo con orgoglio, l’artista sottolinea di non essere «figlia delle grandi famiglie milanesi come tanti colleghi che nessuno critica anche se hanno avuto da subito una corsia preferenziale». Molte critiche le arrivano da chi «mi rovescia addosso presunte colpe di mio padre. Avere il papà dirigente di Forza Nuova mi ha condizionato, ma in modo diverso da quello che immagina lei. Vengo da una famiglia molto unita, che ha condiviso valori conservatori».
”CREDO IN DIO, AMMIRAVO RATZINGER E RIMPIANGO LA CHIESA ORIGINARIA”: LA FEDE DI BEATRICE VENEZI
Conservatrice, di destra – ammette di stimare Giorgia Meloni ma alle Elezioni in Spagna avrebbe votato per il PPE e non per Vox – e molto religiosa: Beatrice Venezi racconta di essere profondamente cattolica e praticamente, «vado a messa. Nei secoli il cristianesimo ha prodotto anche tanti guai ma oggi è una delle religioni più tolleranti e accoglienti». Alla domanda “velenosa” de “La Stampa” su chi preferisce tra Benedetto XVI e Francesco, Venezi replica semplicemente sottolineando da un lato quanto Bergoglio sia «il mio Papa» e dall’altro quanto ammirava Papa Ratzinger, per «la caratura intellettuale, di filosofo, di grande amante della musica».
Sostiene poi di essere sempre stata colpita dalla Chiesa originaria cui anche il rituale musicale era diverso: «canti gregoriani non mi mancano ma con Sant’Agostino io penso che cantare sia pregare due volte». Al giornalista che prova a pungolarla sul passato neo-fascista del padre e le tesi anche piuttosto innovative per il mondo culturale musicale della lirica/classica, Beatrice Venezi risponde con forza «continuo a considerare l’Italia un Paese in grado di offrire grandi possibilità senza appiattirsi sull’assistenzialismo». In chiusura di intervista a “La Stampa” il direttore d’orchestra da un lato difende la legge 194 sull’aborto sottolineando che quel diritto resta immutato ma ognuno «può gestirlo a seconda della sua morale», dall’altro lancia una stoccata alla cantante Elodie che contro il Governo Meloni più volte si è esposta accusandoli di fascismo e razzismo, «mi sembra che Elodie con il suo atteggiamento dia una rappresentazione poco elegante del corpo della donna. Posso dirlo?». Lo ha detto.