Beau Solomon, studente americano trovato morto nel Tevere
Nella notte tra il 30 giugno ed il primo luglio 2016, un giovane studente americano, Beau Solomon, da pochi giorni a Roma, morì nelle acque del fiume Tevere. La sua storia sarà al centro della puntata di Un giorno in pretura, in onda nella seconda serata di oggi, sabato 2 luglio, e ripercorrerà uno dei casi più drammatici degli ultimi anni dal momento che la morte del giovane americano, nonostante l’assoluzione del presunto colpevole, risulta oggi ancora avvolta nel mistero. Si trattò di un drammatico omicidio o di un altrettanto tragico incidente? Purtroppo una risposta al quesito non fu mai data.
Giunto dal Wisconsin a Roma, Beau Solomon aveva avuto un’infanzia non semplice. Era riuscito da bambino a sconfiggere il cancro e la sua storia aveva fatto il giro dell’America. Arrivato da poco nella Capitale, aveva intenzione di frequentare per circa 5 settimane un corso alla John Cabot, università privata statunitense con sede a Trastevere. Nella notte dell’1 luglio però, del ragazzo si persero le tracce. Il ritrovamento del corpo, sulle sponde del Tevere, avvenne pochi giorni dopo, il 4 luglio. Beau presentava una profonda ferita alla testa e la sua camicia era piena di sangue.
Morte Beau Solomon: Massimo Galioto assolto anche in Appello
Per la morte di Beau Solomon furono prontamente avviate tutte le indagini del caso fino ad arrivare a Massimo Galioto, senzatetto arrestato con l’accusa di omicidio. Contro l’uomo, le accuse dell’allora fidanzata Alessia. Secondo la donna lo studente 19enne, rimasto vittima di una rapina, si ritrovò a correre verso la loro tenda sotto Ponte Garibaldi. Qui il ragazzo e Galioto avrebbero avuto una discussione. Al Tg1 Alessia raccontò, come ripreso da RomaToday: “Ha incrociato Max e ha avuto una colluttazione con lui. È finita male. Prima l’americano l’ha spinto e Max ha reagito. Si sono spinti a vicenda”. Quando Beau cadde nel Tevere però, Galioto non scappò ma tornò nella sua tenda. Il telefonico e la carta di credito della vittima non furono mai rinvenuti e dalle indagini emerse che furono spesi 1500 dollari tra il giorno della scomparsa ed il ritrovamento del cadavere del ragazzo.
Fermato con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi, nel giugno del 2019 Massimo Galioto fu assolto dal Tribunale di Roma “per non aver commesso il fatto”. La procura, che aveva chiesto a carico del senzatetto l’ergastolo, lo accusava di aver spintonato Beau Solomon con due calci facendolo finire nel Tevere. Nel dicembre dell’anno seguente l’assoluzione fu poi confermata anche in Appello nonostante la richiesta a 18 anni da parte della Procura. Nelle motivazioni riportate da RomaToday, i giudici ribadirono che non fu possibile confermare con certezza l’ipotesi accusatoria: “Il contatto fisico fra l’aggressore e Beau Solomon non è provato, le immagini non forniscono la conferma al narrato della principale testimone dell’Accusa: un dato obiettivo del quale non si può non tenere conto”. Nelle motivazioni si legge ancora che le videoriprese “non mostrano nessun calcio e collocano il lancio di un oggetto (…) prima della caduta della vittima in acqua”. Inoltre, aggiunsero i giudici, sul posto oltre a Galioto vi erano anche altri soggetti. L’assoluzione di Massimo Galioto, dunque, fu giustificata da vari elementi: “l’assenza di colluttazione, l’assenza del calcio, l’impossibilità di affermare con certezza l’avvenuto contatto fisico di qualsivoglia soggetto con Beau Solomon”.