Bebe Vio, campionessa paralimpica di fioretto, in seguito alla medaglia d’oro conquistata a Tokyo 2020, ha faticato a contenere tutta la sua gioia e le sue lacrime. Una reazione dovuta al trionfo sportivo, indubbiamente, ma anche al grave pericolo scampato nei mesi scorsi, quando, come raccontato da lei stessa, ha rischiato di subire una nuova amputazione e di morire: “Non so come abbiano fatto il mio fisioterapista Mauro Pierobon e il preparatore atletico delle Fiamme Oro Giuseppe Cerqua a fare questa magia e a farmi arrivare pronta alla rassegna paralimpica”, ha commentato con grande onestà intellettuale l’azzurra.



“Sono state due medaglie – questa e quella di Rio de Janeiro 2016 – completamente diverse. A Rio è stata l’emozione della prima volta, mentre qui è stata veramente tosta, perché non era nemmeno scontato che potessi tornare a tirare”. Bebe, però, c’è l’ha fatta ancora una volta, a dimostrazione di come la forza di volontà prevalga spesso su tutto il resto. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



BEBE VIO CHOC: “HO RISCHIATO DI MORIRE”

Bebe Vio ha conquistato la medaglia d’oro nel fioretto alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. L’atleta azzurra non è riuscita a trattenere le lacrime al termine della gara e, dopo la cerimonia di premiazione, ha spiegato il perché. “Ho rischiato di morire per una infezione da stafilococco”, ha rivelato. Ad aprile scorso la prima drammatica diagnosi: amputazione entro due settimane dell’arto sinistro e morte entro poco tempo. “L’ortopedico Accetta e il suo staff hanno fatto un miracolo, questa vittoria è tutta loro”.



Il trionfo ha un sapore diverso rispetto a quello di Rio 2016. La medaglia non suona, ma il suo valore è ancora più alto. “La prima cosa che ho fatto è stato agitarla per sentire se aveva i sonagli all’interno. Però è bellissima e pesa molto di più, infatti devo reggerla perché già ho problemi al collo, se la mollo finisce malissimo”, ha scherzato Bebe Vio. L’atleta azzurra adesso si gode la vittoria: i brutti mesi vissuti sono soltanto un ricordo. “Sono veramente fortunata”, ha concluso. (Aggiornamento di Chiara Ferrara)

BEBE VIO, MEDAGLIA D’ORO ALLE PARALIMPIADI: IL POST SU INSTAGRAM

Bebe Vio l’ha fatto di nuovo: la campionessa di scherma ha vinto ancora una volta la medaglia d’oro alle Paralimpiadi nel fioretto individuale (categoria B), sconfiggendo, come cinque anni fa a Rio de Janeiro, la rivale Zhou Jingjing con il punteggio di 15-9 e portando l’Italia sul gradino più alto del podio anche a Tokyo 2020. Un trionfo agognato, inseguito, bissato e giustamente celebrato anche sui social network da parte della campionessa azzurra, che non ha trattenuto tutta la gioia travolgente e inebriante provata dopo la conquista del titolo paralimpico.

Queste sono state le sue parole su Instagram dopo la vittoria strepitosa: “Se sembra impossibile… Allora si può fare… Due volte”. Il padre della ragazza, Ruggero, è al settimo cielo, come riportato i colleghi di “Quotidiano Nazionale”: “È stata una finale molto sofferta. L’avversaria era la stessa di Rio, ma è molto migliorata. I cinesi si sono allenati tantissimo in questo periodo. Per Bebe è stato un anno difficilissimo. È stata una bella vittoria. Domani nella gara a squadre sarà molto dura, ma ho visto bene anche le altre azzurre”.

BEBE VIO, MEDAGLIA D’ORO ALLE PARALIMPIADI: VALENTINA VEZZALI TIRA LE ORECCHIE ALLA SCHERMA AZZURRA

A seguito della conquista del titolo paralimpico da parte di Bebe Vio, non sono mancate le reazioni da parte di tanti personaggi famosi, che hanno invaso di complimenti il suo profilo Instagram: tra gli altri, si segnalano Lorenzo Jovanotti, Fedez e anche Gianmarco “Gimbo” Tamberi, reduce a sua volta dall’emozione più bella in landa nipponica (l’oro conquistato nel salto in alto pochi minuti prima dell’exploit di Marcell Jacobs nei 100 metri, ndr).

Non sono poi mancate le frasi di Valentina Vezzali, leggenda della scherma olimpica e attuale sottosegretario allo Sport: “È la seconda, grande! Ma non è che poi mi superi? Ci voleva Bebe per riportare l’oro alla scherma…”. Una stoccata in piena regola al movimento italiano, che ha fallito l’appuntamento con il metallo più prezioso alle Olimpiadi.