VATICANO CONDANNA LA SANTA SEDE SUL CASO BECCIU: FARINA, “TUTTI IN SILENZIO”
Lo scorso 26 luglio la Segreteria di Stato in Vaticano è stata condannata ad un risarcimento provvisorio dal Tribunale di Londra: 200mila sterline per le spese legali a Raffaele Mincione, uno degli imputati. Ma soprattutto, nella sentenza Uk viene sconfessato il fatto che il Vaticano fosse parte neutrale nella vicenda Cardinale Becciu-Palazzo di Sloane Avenue (che dalla primavera 2019 mette sul banco degli imputati la gestione della compravendite della Santa Sede). Nello specifico, spiega ancora “Libero Quotidiano” che per primo ieri ha fato notizia della sentenza di fine luglio, «la Segreteria di Stato, tramite i suoi legali, lo scorso ottobre, aveva fatto credere al giudice di primo grado che pur essendosi costituita parte civile contro tutti gli imputati essa giurava di essere “neutrale”, che pertanto bisognava bloccare la causa intentata da Mincione, in quanto si trattava di un “abuso”, un modo per aggirare la giustizia di uno Stato sovrano qual è il Vaticano». Invece i giudici inglesi hanno dato ragione allo stesso Mincione, che aveva fatto ricorso presentando le dichiarazioni del Cardinal Parolin (Segretario di Stato) e di Papa Francesco dove si diceva che sul Palazzo londinese «c’era stato sicuramente un reato» e bisogna punire «i colpevoli dell’affare scandaloso». In sostanza, Londra giudica impossibile che la Segreteria di Stato possa farsi parte neutrale in carica, bensì è parte integrante della causa.
Come scrive oggi Renato Farina sempre su “Libero”, «la Segreteria di Stato conferendo il “mandato speciale” alla professoressa Paola Severino aveva dichiarato placidamente l’esistenza del reato, e la stessa Severino aveva affermato di rappresentare “la parte lesa” chiedendo di riservarsi successivamente la “quantificazione del danno”. Altro che neutralità». In più tra poche settimane comincerà un processo analogo a quello in corso in Vaticano contro il Cardinal Becciu (promosso da sostituto alla Segreteria di Stato e capo del Dicastero per le Cause dei Santi nel 2018, un anno prima l’esplodere del caso Sloane Avenue): secondo Farina, le accuse vedrebbero la presunta corruzione di funzionari da parte di Mincione e altri con perdite enormi per la Segreteria di Stato e l’Obolo di San Pietro (da 120 a 250 milioni le cifre che ballano). In data 17 agosto è però lo stesso giornalista di “Libero” a fare pubblica ammenda per essersi sbagliato nello scrivere di Mincione sul banco degli imputati, dato che non è così: «mi scuso, ho attribuito l’imputazione di corruzione a Raffaele Mincione, finanziere che aveva indicato per primo l’investimento nel mattone crimine per cui neppure il professor Alessandro Diddi, pm vaticano, si è mai sognato di chiedere il rinvio a giudizio». Nella recente intervista a Vatican News, Mons. Nunzio Galantino (presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) ha spiegato come il Papa in persona abbia affidato all’Apsa il compito di «vendere, di liberarci di quel bene che era stato fonte di questo scandalo che certamente non ha fatto assolutamente bene alla Chiesa». In merito al palazzo del Vaticano a Londra, il prelato ha inoltre aggiunto «per poter vendere il palazzo di Londra ci sono state tante operazioni da fare proprio perché intorno a quel palazzo c’erano delle operazioni non proprio chiare, diciamo con un eufemismo, tant’è che è in corso un processo, non solo per il palazzo di Londra ma anche per altre operazioni che sono state fatte. Questo lavoro ha portato via veramente tante energie. Grazie a Dio, finalmente ci siamo liberati del palazzo di Londra e i soldi che sono stati ricavati sono rientrati all’Obolo di San Pietro».
RENATO FARINA: “PENSIERO UNICO CONTRO IL CARDINAL BECCIU?”
Farina riporta invece la tesi di Mincione fatta durante il processo in Vaticano: «sostiene, forte del parere di consulenti ineccepibili, che se la Segreteria di Stato non avesse mandato a monte l’affare comperandosi tutto il Palazzo e rinunciando al piano di ristrutturazione che avrebbe reso sicuramente centinaia di milioni, sarebbe andato tutto bene. Altro che truffa. Tutto è stato autorizzato e firmato dalle più alte autorità della Santa Sede». Secondo il giornalista ed ex parlamentare, la differente azione della giustizia inglese con quella vaticana è sotto gli occhi di tutti, anche se nessuno ancora in Italia ha messo in discussione la tesi secondo cui è colpa di Becciu e Mincione la sostanziale “truffa” ai danni della Santa Sede.
«Il timore è che i giudici di Sua Maestà si applichino alle questioni sotto esame con criteri esclusivamente tecnici, come costume locale, in contrasto con la gestione opportunamente a-tecnica ma giudiziosamente politica da parte di Pignatone (Presidente del Tribunale in Vaticano, ndr), per raddrizzare i binari storti di Diddi (pm della Procura vaticana, ndr) e non trascinare il Papa, della cui buona fede nessuno deve poter dubitare, nel discredito». Da ultimo, l’elemento che nota Renato Farina di alquanto “strano” è l’assoluto silenzio di stampa italica, sia tv che quotidiani: «I loro corrispondenti non hanno segnalato la notizia ben presente sui quotidiani inglesi? O c’è anche qui un pensiero unico che vieta qualsiasi articolo che faccia dubitare della colpevolezza di Becciu? Esaltano la stampa anglosassone, poi non la imitano quando è scomoda per la loro “linea”. Questo sì che è sovranismo italo-vaticano», denuncia l’editoriale di Libero.