CASO BECCIU, IL RETROSCENA SUL “NEMICO” PELL
Non è più un tabù il termine “complotto” in Vaticano in relazione al caso Becciu. Lo dimostrano le parole confidate dal cardinale George Pell, che pure era suo nemico ai tempi della Segreteria di Stato. «Becciu sta subendo un’ingiustizia, privato della porpora prima del processo», sono le parole riportate da un prelato che ha frequentato Pell nell’ultima parte della sua vita. Proprio lui che dall’Australia aveva accolto positivamente la decisione di Papa Francesco di togliere le prerogative cardinalizie al prelato sardo, auspicando che portasse avanti la “pulizia” in Vaticano.
Ma quando ha fatto il suo ritorno a Roma, il cardinale australiano ha iniziato a nutrire perplessità sulla vicenda Becciu, constatando un accanimento nei confronti del cardinale “nemico”. Dopo lo scoppio dello scandalo Striano e del caso dossieraggi, con intrecci anche in Vaticano, in molti si chiedono il motivo per il quale sia finito nel mirino Becciu, che era un fidato collaboratore del pontefice.
L’APERTURA DI BECCIU ALLA DESTRA
Come evidenziato da Il Tempo, che ha svelato il retroscena su Pell, Becciu aveva mantenuto aperti alcuni canali importanti con la politica italiana, anche delicati, portando avanti la tradizione del Vaticano. A differenza di altri personaggi protagonisti dell’attuale pontificato, il cardinale aveva mostrato un approccio pragmatico in merito alla sfera politica, anche perché non ha preclusioni ideologiche. A tal proposito, il giornale spiega che anche per questo è stato uno dei pochi, se non il più importante, ad avere un canale di dialogo con esponenti del centrodestra, anche in alcuni frangenti delicati e tesi, come nel caso del tema immigrazione.
Ora, invece, la politica italiana è affidata del tutto alla Cei. Dunque, c’è una lacuna all’interno della Segreteria di Stato. Comunque, Il Tempo aggiunge che c’è in Vaticano chi non esclude che la disponibilità di Becciu a interfacciarsi con i partiti, anche con la destra, possa essere stato un fattore che ha inciso sulle sue sorti, d’altra parte le ultime mosse del cardinale, come l’intervista resa allo stesso giornale, confermano che la sua battaglia non è finita.