Il direttore de Il Tempo Franco Bechis prova a fare il “debunker” e dopo gli elogi (giusti) per il delicato monologo tenuto da Rula Jebreal a Sanremo 2020, lancia una provocazione dettata dalla mera osservazione dei numeri: «nel suo monologo Rula Jebreal ha detto che in Italia sono state violentate negli ultimi 3 anni sul posto di lavoro 3 milioni di donne. Non conoscevo il dato, ma so che le donne al lavoro sono 9 milioni, quindi in ufficio ne avrebbero violentata una su tre. Sicura?». Uno dei momenti di certo più toccanti e più visti di questi primi giorni al Festival della Canzone Italiana è stato certamente quel monologo: libro bianco con le citazioni di alcuni dei testi più intensi scritti da uomini per le donne a Sanremo (De Gregori, Battiato, Vasco e Fossati) e poi il libro nero dove la giornalista e saggista Rula Jebreal mixa la sua storia difficile personale e dati sulla violenza contro le donne, l’indifferenza davanti agli stupri, al razzismo e davanti alle tante, troppe vittime di violenze e abusi nel mondo. Sono stati però inseriti nel testo (a cui hanno collaborato anche Selvaggia Lucarelli, Giorgio Cappozzo, Sergio Rubino e Milena Mastronardi) diversi riferimenti a fatti di cronaca con tanto di numeri e statistiche: ecco il passaggio “incriminato” del monologo «E in Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolto, i numeri sono spietati: negli ultimi tre anni sono 3.150.000 donne che hanno subito violenza sessuale nei posti di lavoro, negli ultimi due anni in media 88 donne al giorno hanno subito abusi e violenze, una ogni quindici minuti, ogni 3 giorni viene uccisa una donna, 6 donne sono state uccise soltanto la scorsa settimana».
IL “PECCATO” DEI NUMERI DI RULA JEBREAL
Resta un dato davvero molto alto, con giustamente Bechis che si interroga sull’effettiva possibilità che una donna su tre nel nostro Paese – secondo gli ultimi dati Istat che parlano di circa 9 milioni di donne al lavoro in Italia – possa essere stata vittima di stupro sul luogo di lavoro. Nei dati forniti da Bechis e presi direttamente dall’Istat nel triennio 2013-2016 (gli ultimi disponibili) si vede come i casi di violenza al lavoro siano 425mila: tantissimi, purtroppo, ma di certo inferiori a quelli citati dal monologo di Rula. Non solo, se poi si aggiunge l’altro dato citato non collimano per niente: 88 vittime al giorno significa una ogni 15 minuti e sarebbero dunque 32.130 all’ anno, 96.360 in tre. Non certo 3 milioni. Al netto di polemiche e numeri però, resta un vero peccato quanto avvenuto durante il monologo sanremese: anche una sola persona vittima di violenza al lavoro, a scuola, in famiglia, è di una gravità assoluta che dovrebbe far riflettere. Che poi i numeri siano così alti aumenta l’inquietudine per una gravissima emergenza educativa e culturale presente ancora oggi; ma doverli “aumentare a forza”, così da convincere ancora di più che siamo davanti ad un’emergenza nazionale resta un fattore che non possiamo che esprimere con un “peccato”. Peccato perché una storia intensa, vera e dolorosissima come quella raccontata e vissuta da Rula Jebreal non meritava di essere “aumentata” da dati “choc”. Bastava quella testimonianza, era già “ottima” così perché aveva un dato che più di tutti occorre nella vita come nel giornalismo: la verità. Doverla modificare in parte per far passare un’idea – seppur giusta e vera – resta purtroppo una forzatura che non rende giustizia alla causa. Anzi.