Il bed rotting è la nuova tendenza della Generazione Z a “marcire a letto”. Su Tik Tok stanno spopolando i video di giovani che si vantano di trascorrere intere giornate a letto all’insegna del riposo. In molti non sanno però che questa pratica può portare più a danni che a benefici. Rimanere per ore e ore avvolti dalle lenzuola, oziare con attività come la visione di serie tv e consumare snack calorici distesi, infatti, non è sicuramente salutare.
È importante premettere che il relax è sicuramente necessario, soprattutto dopo una stancante giornata di lavoro oppure una intensa attività sportiva. Se queste pratiche diventano quotidiane, però, c’è qualcosa che non va. “Nell’ultimo decennio è stato dimostrato che un’insufficiente esposizione solare può essere responsabile di 340.000 morti all’anno negli USA e di 480.000 in Europa, oltre che di un aumento dell’incidenza di cancro al seno e al colon-retto, di ipertensione, cardiopatie, sclerosi multipla, Alzheimer, autismo, asma, diabete 1 e miopia”, dimostra come riportato da Il Fatto Quotidiano un recente studio. Ma non solo: a questi si aggiungono sbalzi d’umore, sonnolenza e indebolimento muscolare. Il momentaneo senso di benessere che si prova dal dolce far nulla, dunque, potrebbe essere in realtà potenzialmente letale.
Perché il bed rotting fa male? I social network pesano sulla società
Il bed rotting in tal senso è una pratica dannosa – se compiuta con ricorrenza – che si inserisce in uno stile di vita più ampio di molti membri della Generazione Z, condizionato soprattutto dal ruolo che hanno il web e i social network nella loro quotidianità. Troppo spesso infatti le attività all’aria aperta vengono rimandate o addirittura evitate, per rimanere piuttosto davanti allo schermo a interagire magari con qualcuno che si potrebbe facilmente incontrare di persona. Ci si sente troppo stanchi per compiere questo tipo di attività e si ci rifugia sotto le coperte, ma senza mai abbandonare lo smartphone. È qui che potrebbe celarsi una vera e propria dipendenza.
È per questo motivo che gli esperti invitano piuttosto i giovani a riscoprire gli effetti della natura. È dimostrato infatti che vivere all’aria aperta sia un anti-stress naturale. C’è insomma una vita vera fuori dalla finestra che va scoperta.