Ricorre oggi la festività dell’Epifania, meglio conosciuta come la festa della Befana anche per via di tutte le filastrocche e i proverbi diffusi tra i bambini (e non solo) d’Italia. Questa è anche la festa che mette fine alle vacanze natalizie ed in generale chiude le festività riportando tutti – grandi e piccini – alla routine quotidiana. La tradizione cristiana ricorda il 6 gennaio l’adorazione dei Magi venuti da lontano e che si dirigono verso Betlemme con i loro preziosi doni, per celebrare la nascita di Gesù, mentre la chiesa ortodossa celebra questa ricorrenza il 19 gennaio. Indubbiamente però, la tradizione vuole che nel giorno dell’Epifania non debba mancare la tradizionale calza della Befana, figura tipica soprattutto nel nostro Paese e un po’ meno nel resto del mondo. Secondo l’immaginario collettivo, si tratta di una donna anziana che in sella alla sua scopa nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio porta dolciumi ai bimbi più buoni e qualche pezzo di carbone a chi non si è comportato bene. Ma come mai vengono usate le calze come contenitori per i dolci o il carbone? Seconda la leggenda più diffusa, i Magi diretti a Betlemme chiesero informazioni ad una donna lungo la strada. Quest’ultima, pur sapendo che erano diretti da Gesù, inizialmente non volle andare con loro ma successivamente si pentì e si mise sulla loro via sperando di raggiungerli e portando con sé un cesto ricco di dolci. Bussò ad ogni casa per trovarli e ogni volta che incontrava un bambino donava un dolce. Da allora, la Befana farebbe il giro del mondo regalando dolci per farsi perdonare e i piccoli la attendono lasciando fuori casa calze e scarpe per la vecchia signora da usare eventualmente nel suo viaggio o riempire di dolci.
BEFANA, CALZE CON DOLCI E CARBONE: UNA TRADIZIONE ITALIANA
In Italia la tradizione della calza da regalare ai bambini e non solo è strettamente connessa alla festa della Befana, mentre nel resto del mondo si tende ad appendere le calze al camino nel giorno di Natale. Questo perchè, secondo la tradizione americana, Santa Claus – ovvero il nostro Babbo Natale – scendendo dal camino, oltre a lasciare i doni riempie anche le calze di dolciumi. Nel resto d’Europa lo stesso ruolo è affidato a San Nicola ma non vengono lasciati solo dolciumi bensì anche arance, il cui colore richiamava quello dei lingotti d’oro che il santo avrebbe regalato a tre giovani povere, permettendo loro di sposarsi. Una tradizione che in alcune parti d’Italia è ancora radicata. La befana in molte regioni italiane identifica anche il vecchio anno che va via, con l’usanza di bruciare un fantoccio come rito propiziatorio. Da qui la presenza del carbone associato poi ad una sorta di punizione per i bambini cattivi.