Sono tante le tradizioni associate alla Befana e al giorno dell’Epifania 2023, e senza dubbio quella più famosa riguarda le calze appese al cammino: vi siete mai domandati perchè si compie questo gesto e perchè inoltre la Befana viene descritta con le “calze tutte rotte” nelle varie filastrocche di questo periodo? Come ogni tradizione, miti, leggende e realtà si fondano, di conseguenza non vi è una risposta chiara al primo dilemma, si sa solo che la tradizione di appendere le calze è stata tramandata di anno in anno fin dalla civiltà contadina e le calze venivano appese sotto la cappa di modo che la Befana potesse trovarle più facilmente.



Molti erano coloro che agganciavano le calze direttamente alla catena del paiolo, mentre altre a dei chiodi che venivano fissati ai muri delle cucine. Ma attenzione però, e qui ci rifacciamo alla questione delle “calze rotte”, visto che non tutti i bambini usavano appendere le calze: molti infatti erano soliti lasciare delle belle scarpe, ma anche degli stivaletti. La Befana, avendo le calze rotte per via dei molti chilometri macinati, quindi si prendeva le scarpe nuove o comunque calzature migliori rispetto a quelle indossate, e per gratitudine lasciava dei doni in cambio. In ogni caso la Befana, secondo le tradizioni, preferiva le calze di lana, che si allargavano facilmente e potevano contenere dei doni. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BEFANA, TRADIZIONI DELL’EPIFANIA, CALZE PIENE DI CARBONE IL 6 GENNAIO 2023: PERCHÉ?

La Befana è uno dei personaggi che più divertono i bambini nel periodo delle festività: le tradizioni che avvolgono l’Epifania, che si celebra il 6 gennaio 2022, sono innumerevoli. Di generazione in generazione si tramandano da secoli, facendo sì che milioni di piccoli attendano di notte l’arrivo della vecchietta in sella alla sulla sua scopa per scoprire cosa ha infilato nella loro calza. Dolciumi oppure carbone? Dipenderà, ovviamente, da come coloro che riceveranno i doni si sono comportati durante l’anno.



Per comprendere da dove arriva questa figura, tanto amata seppure meno popolare di quella di Babbo Natale, bisogna andare di molto indietro nel tempo. Ancora prima del cattolicesimo, che successivamente – soltanto in un periodo relativamente recente – la accettò come una sorta di dualismo tra il bene e il male. Le sue origini, infatti, sono da ricondurre addirittura al X-VI secolo a.C. e sono connesse a un insieme di riti propiziatori legati all’agricoltura. Gli antichi Romani li acquisirono e introdussero questa ricorrenza nel loro calendario, celebrando la morte e la rinascita della natura la dodicesima notte dopo il solstizio invernale. In ognuna di queste notti, una figura femminile (tra cui proprio quella della Befana) passava sui raccolti per propiziare la loro fertilità.

BEFANA, LE TRADIZIONI DELL’EPIFANIA 2023: NEL CATTOLICESIMO E NON SOLO

Le tradizioni dell’Epifania e la figura della Befana, nella storia, hanno insomma assunto diverse forme diverse. Anche nel cattolicesimo, come dicevamo prima, la vecchietta che vola di notte sulla sua scopa ha assunto un ruolo, seppure diverso da quello originario. La narrazione vuole, infatti, che i Re Magi diretti a Betlemme per trovare la mangiatoia dove era nato Gesù abbiano chiesto indicazioni proprio all’anziana donna, la quale però inizialmente si rifiutò di fornirgliele. Poco dopo si sarebbe pentita e li avrebbe cercati di casa in casa per rimediare al suo errore, donando dolciumi a qualsiasi bambino nella speranza che fosse il figlio di Dio.

È proprio questa differenza tra il bene e il male che caratterizza nel profondo la figura della Befana. Da un lato i dolci, dall’altro il carbone. Guai, però, a pensare che la vecchietta sia da temere. La donna, infatti, è buona e affettuosa. Non è mica una strega! Anche se, talvolta, viene erroneamente rappresentata così.