Iniziano ad arrivare prime comunicazioni ufficiali riguardo la terribile esplosione che ha coinvolto la capitale del Libano, Beirut, nella giornata di martedì 4 agosto. A far saltare in aria praticamente tutta la città sarebbero state 2750 tonnellate di nitrato di ammonio, stoccate dopo un maxisequestro della sostanza avvenuta anni fa. Il nitrato di ammonio è una sostanza che si utilizza per diversi scopi, come ad esempio la produzione di fertilizzanti, ma in grandi quantità può anche essere un potente esplosivo, come si sono resi purtroppo conto gli abitanti della capitale libanese. Ad annunciarlo il ministro dell’interno del Libano, Mohamed Fehmi, che ha dichiarato ai giornalisti che l’esplosione al porto sarebbe stata causata “dal nitrato di ammonio, immagazzinato in grande quantità“. Le dichiarazioni confermerebbero le notizie circa la formazione di una nube tossica, riconducibile a una sostanza chimica, segnalata dai residenti di Beirut, in particolare una grande quantità di benzene. (agg. di Fabio Belli)



“BEIRUT COME HIROSHIMA”

Una città che sembra Hiroshima dopo la bomba nucleare che chiuse la seconda guerra mondiale: questo appare Beirut dai testimoni che a centinaia stanno raccontando, con tanto di foto e video choc sui social, la terribile doppia esplosione avvenuta nella capitale del Libano. Per Hamad Hasan, ministro della Sanità libanese, i danni provocati dalle deflagrazioni sono ingenti: secondo i responsabili della sicurezza libanese – riunito Comitato Supremo di Sicurezza dal Presidente libanese Michel Aoun – le esplosioni potrebbero essere dovute a «materiali esplosivi confiscati» all’interno del settore 12 del porto dove tutto si è originato. Parrebbe così smentita la prima ipotesi che vedeva nello stoccaggio dei fuochi d’artificio la possibile causa della duplice deflagrazione: tra gli aumento 500 feriti ravvisati ci sarebbero anche due militari italiani, anche se non sarebbero gravi stando alle prime fonti qualificate dell’Ansa. La Farnesina comunque ha attivato l’Unità di crisi presso l’ambasciata in Libano «ci siamo attivati per prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione», fanno sapere fonti del Ministero degli Esteri presso Repubblica. Città praticamente distrutta, porto raso al suolo e esplosioni udite anche a 200 chilometri di distanza presso l’isola di Cipro: gli effetti sono terribili e il conto delle vittime purtroppo ancora non è calcolabile ma si appresta ad essere molto alto. Dopo qualche rumors giunta sui siti locali, tanto Israele quanto il gruppo terrorista Hezbollah escludono categoricamente la tesi di un missile lanciato sul porto di Beirut: certo l’impatto e l’onda d’urto sono devastanti e andrà capito cosa ha realmente causato quell’impatto che ha praticamente distrutto la capitale del Libano, già in crisi economica gravissima da mesi.



“PORTO RASO AL SUOLO”

Sarebbero diversi i morti – almeno una trentina secondo gli ultimi dati in arrivo dal Libano – e centinaia i feriti dopo la tremenda doppia esplosione che ha distrutto parte della città di Beirut: avanza l’ipotesi di una doppia esplosione avvenuta dentro una ditta di fuochi d’artificio o almeno così pare dalle immagini girate vicino al porto dopo la prima imponente esplosione avvenuta alle ore 17 ora italiana. La deflagrazione ha scosso il centro della capitale libanese danneggiando edifici e frantumando i vetri delle finestre: la Croce rossa ha fatto sapere che sono più di 30 le squadre che stanno rispondendo all’esplosione. Gli ospedali sono al collasso per l’arrivo dei feriti e delle prime vittime da ogni parte di Beirut, con pazienti rifiutati nei triage per l’eccessivo afflusso di gente: auto ribaltate e ferme in mezzo alla strada, vie distrutte e corpi sepolti sotto le macerie in uno scenario apocalittico che pare anche nelle immagini il risultato di una bomba nucleare nel centro di una città. Come riporta l’AnsaMed, «davanti al centro medico di Clémenceau, decine di feriti, compresi i bambini, a volte coperti di sangue, aspettano di essere curati». Nel frattempo il porto di Beirut, secondo le prime informazioni giunte dal quotidiano libanese Daily Star, sarebbe rimasto raso al suolo dopo la doppia deflagrazione e l’onda d’urto impressionante.



ONDA D’URTO DEVASTA LA CITTÀ

Una doppia fortissima esplosione è stata avvertita nel porto di Beirut, la capitale del Libano: immagini e video choc si rincorrono sui social di mezzo mondo con i momenti esatti in cui la seconda esplosione, a 15 minuti l’una dall’altra, devasta una parte consistente del quartiere adiacente al porto. Auto ribaltate, edifici sventrati e una larghissima colonna di fumo che si è unita al “fungo atomico” alzatosi in cielo per via dell’effetto della maxi ondata d’acqua alzata con l’esplosione: come riporta la corrispondente del The National Joyce Karam, finora i pochi punti stabili e certi riguardano una doppia fortissima esplosione nel porto di Beirut non lontano dalla residenza dell’ex premier Hariri (e dove abita ora il figlio anch’egli ex premier, rimasto incolume), politico ucciso nel 2005 e di cui proprio questa settimana il tribunale internazionale si dovrebbe pronunciare sul verdetto. Nei mesi della fortissima crisi economica (oggi per le vie di Beirut erano in corso numerose proteste per i blackout energetici e il rincaro dei prezzi), il Libano si trova ora a gestire una situazione di completa emergenza sociale per una doppia esplosione ancora dai tratti e dalle spiegazioni oscure. Non è dato infatti sapere se si tratti di attentato terroristico o di gravissimo incidente nel porto di Beirut: di certo risulta difficile pensare che non vi siano feriti o vittime, anche se per il momento non si hanno notizie ufficiali in merito.

DOPPIA ESPLOSIONE BEIRUT: I VIDEO CHOC

Secondo quanto riportato dall’emittente tv libanese “Al Majadin” l’esplosione è avvenuta nel blocco 12 del porto, in un capannone dove è stoccato materiale pirotecnico altamente infiammabile: per il momento restano ovviamente solo supposizioni mentre le immagini che arrivano sono decisamente più eloquenti di tante parole utilizzate. Fumo altissimo, aria irrespirabile e soprattutto la seconda esplosione che di fatto sbriciola alcuni edifici nell’area immediatamente adiacente. Alcuni video riportano anche da diversi chilometri il momento in cui la seconda esplosione si staglia all’orizzonte, con vuoto d’aria creato che fa ribaltare intere aree di quartieri ed edifici. Secondo altre fonti di media libanesi, l’esplosione è avvenuta davanti all’ingresso di Bayt al Wasat, sede del partito Al Mustaqbal dove il figlio di Hariri – Saad – era presente ma sarebbe rimasto incolume. Il video diffuso dal corrispondente dell’Indipendent Borzou Daragahi si vede nitidamente un intero quartiere travolto con edifici smembrati dalla seconda delle due esplosioni avvenute vicino al porto presso l’azienda di fuochi d’artificio.