Settimana lavorativa di 4 giorni? Il governo del Belgio ha detto sì. I lavoratori dipendenti, dunque, potranno prestare la loro opera quattro giorni su 7, spegnendo i loro telefonini e non rispondendo al loro capo al termine dell’orario di lavoro, senza temere alcun tipo di risvolto negativo sulla propria posizione nell’azienda. A stabilirlo è stato un pacchetto di riforme del lavoro approvato dall’esecutivo, nelle quali viene tutelato il mantenimento dello stipendio alle medesime cifre concordate e viene altresì introdotto il diritto alla disconnessione.



Come spiega il “Corriere della Sera”, è previsto anche il diritto alla formazione, che “permette di sviluppare un piano per sostenere e far fruttare le competenze dei lavoratori a tutte le aziende con più di 20 dipendenti. Per quanto riguarda la tutela dei lavoratori delle piattaforme, essi riceveranno una protezione legale più forte, avranno diritto a un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e saranno sottoposti a regole più definite per quel che riguarda la definizione o meno di lavoratore autonomo”. I lavoratori potranno chiedere al datore di concentrare il monte ore settimanale (38 ore) in 4 giorni invece di 5, per un periodo di sei mesi, per poi prendere una decisione finale, senza modifiche in termini di salario.



BELGIO APPROVA SETTIMANA LAVORATIVA DI 4 GIORNI: “PROGRESSI CONCRETI PER TUTTI I LAVORATORI”

Altro capitolo fondamentale della riforma inerente al mondo del lavoro e alla settimana lavorativa di 4 giorni in Belgio è l’introduzione del diritto alla disconnessione, che sarà a disposizione di tutti i dipendenti delle aziende private con più di 20 dipendenti: “Il confine tra lavoro e vita privata sta diventando sempre più poroso. Queste richieste incessanti possono danneggiare la salute fisica e mentale del lavoratore”, ha spiegato il vicepremier e ministro del Lavoro belga, Pierre-Yves Dermagne.



Gli ha fatto eco il presidente del Consiglio Alexander De Croo: “Il periodo del Covid ci ha costretto a lavorare in modo più flessibile, il mercato del lavoro si è dovuto adattare a questo. L’obiettivo è dare alle persone e alle aziende più libertà di organizzare il proprio orario di lavoro. Siamo molto meno dinamici, se ci confrontiamo agli altri Paesi”.