BELGIO ITALIA: IL RICORDO DI GIACCHERINI
Si avvicina Belgio Italia: il quarto di finale degli azzurri agli Europei 2020 si giocherà venerdì 2 luglio, e alla mente non può che tornare il modo in cui iniziò il torneo continentale cinque anni fa. Italia Belgio, prima partita del girone: giocavamo contro uno squadrone, vincemmo la partita per 2-0 agli ordini di Antonio Conte e a sbloccare il risultato fu Emanuele Giaccherini, imbeccato da uno splendido lancio di Bonucci che lo mise davanti a Courtois. L’uomo di fiducia di Conte, che lo aveva voluto alla Juventus e si arrabbiò non poco quando la società lo vendette, ha ricordato alla Gazzetta dello Sport quelle sensazioni ponendo lui stesso l’accento sul CT dell’Italia.
“Conte ci spronò, ci disse che anche se tutti ci davano per spacciati eravamo più forti e fu così”. Per il quarto degli Europei 2020 Giaccherini si augura ora un altro 2-0, ricordando però che il Belgio è una grande squadra e che ha in Romelu Lukaku il suo fenomeno: “Nel 2016 non era quello di oggi” dice l’ex azzurro, che in quel torneo fu il simbolo di una nazionale “operaia”, senza straordinario talento ma con tantissima grinta, guidata da un Conte che era l’uomo giusto per quel gruppo e infatti sfiorò la qualificazione alla semifinale.
GIACCHERINI E IL BELGIO
Per Emanuele Giaccherini, Belgio Italia andrà affrontata con concentrazione e cura dei dettagli; dal punto di vista tecnico, bisognerà fare particolare attenzione a raddoppi e marcature. Poi però il Belgio ha paura dell’Italia, e questo è un vantaggio: “Difendiamo bene, siamo forti, in mezzo ce la giochiamo con tutti e davanti c’è Federico Chiesa che è un talento”. A proposito: c’è un giocatore della nazionale di oggi in cui Giaccherini si rivede? La risposta è chiara e precisa: Nicolò Barella, anche se lui ha maggiore fisicità mentre il Giak si dedicava di più a dribblare. L’Italia di oggi, secondo Giaccherini, è tecnicamente più forte di quella che con lui è stata eliminata solo ai rigori dalla Germania: “Noi avevamo fame e cuore, e correvamo più di tutti”. Una squadra operaia appunto, che andò comunque vicina a fare l’impresa e infatti tutti ricordano in maniera decisamente positiva: adesso tocca a quella di Roberto Mancini, che secondo Giorgio Chiellini, Leonardo Bonucci e Daniele De Rossi rappresenta un bel gruppo come lo era quello di cinque anni fa. Agli Europei 2020 si inizia dunque a fare sul serio.