PROSTITUZIONE DIVENTA LAVORO RICONOSCIUTO IN BELGIO
Da domenica è in vigore in Belgio una legge sulla prostituzione che garantisce alle lavoratrici del sesso di avere regolari contratti con retribuzione e il riconoscimento di diversi diritti e benefit, come assicurazione sanitaria, congedo di maternità, giorni di malattia, ferie e pensione. Questa legge di fatto ha creato una nuova categoria di lavoro – travailleuses et travailleurs du sexe (lavoratori del sesso) – che richiede un contratto di lavoro ufficiale.
Una svolta legale definita una rivoluzione, che segue la depenalizzazione del lavoro sessuale di due anni fa, quindi ora le sex workers in Belgio possono avere contratti di lavoro e diritti lavorativi come quelli di altre professioni. La nuova legge fissa dei diritti fondamentali, come la facoltà di rifiutare i clienti, scegliere quali pratiche offrire e interrompere un atto in ogni momento.
“Il datore di lavoro non può sanzionare il lavoratore che esercita questo diritto di rifiuto adottando misure sfavorevoli, come sanzioni disciplinari, licenziamento o qualsiasi atto che tenti di risolvere unilateralmente il contratto di lavoro“, si legge nella normativa.
Inoltre, accedono all’assicurazione sanitaria, al congedo retribuito, all’indennità di maternità, hanno diritto alla disoccupazione e alle pensioni.
LE REGOLE PER I DATORI DI LAVORO
Di fatto, è stata colmata una grande lacuna nel sex work. Isabelle Jaramillo, che coordina il gruppo Espace P, coinvolto nella stesura della legge, l’ha definita una rivoluzione anche per i datori di lavoro, perché sarà necessario che chiedano un’autorizzazione allo Stato per l’assunzione delle lavoratrici del sesso.
Oltre alla richiesta di autorizzazione, i datori di lavoro sono tenuti a rispettare a rigorosi protocolli di sicurezza e soddisfare diversi requisiti, ad esempio non devono avere condanne per aggressione sessuale o traffico di esseri umani.
Ad esempio, sono tenuti anche a installare negli spazi di lavoro dei pulsanti di emergenza e le norme igieniche prevedono che le stanze debbano essere di almeno otto metri quadrati (86 piedi quadrati), dotate di lenzuola e biancheria da bagno pulite, nonché di preservativi, accesso a una doccia e articoli da bagno.
“LEGGE NON RISOLVE STIGMA E STEREOTIPI”
Le lavoratrici del sesso possono essere anche indipendenti, ma le assunzioni non regolamentate saranno perseguite. C’è però chi ritiene che questa normativa non sia in grado di affrontare del tutto lo stigma e i rischi legati a questo lavoro, in particolare per le lavoratrici del sesso che sono prive di documenti. Infatti, Daan Bauwens, direttore dell’Utsopi, il sindacato belga delle lavoratrici del sesso, ha dichiarato:
“Quello che non siamo riusciti a risolvere con questa legge sono stigma e gli stereotipi sul lavoro sessuale. Finché rimarrà un’attività stigmatizzata, la vergogna e la paura di perdere l’anonimato rimarranno ostacoli“. Infine, Jaramillo segnala che serve anche una formazione migliore della polizia e della magistratura a protezione dei lavoratori emarginati.