A Belgorod, in Russia, un deposito di petrolio avrebbe subito un attacco da parte dell’Ucraina. Le forze militari avrebbero dato alle fiamme la struttura all’alba di venerdì 1 aprile. I video che circolano in rete, come riportato da SkyTG24, mostrano due elicotteri a bassa quota lanciare dei missili proprio in direzione dell’area e successivamente il rogo propagarsi. I vigili del fuoco sono attualmente ancora in azione per domare l’incendio, che rischia di propagarsi ad altri serbatoi diversi dagli otto colpiti.
Le persone che si trovavano nella zona – sia il personale della struttura sia i civili che risiedono nelle vicinanze – sono state prontamente evacuate. Non ci sarebbe, secondo quanto comunicato dalla Rosneft, l’azienda che gestisce il sito, alcun ferito. Il governatore regionale Vyacheslav Gladkov ha fatto sapere che la situazione è sotto controllo. I residenti verranno momentaneamente accolti in un centro sportivo. È stato assicurato, inoltre, che non ci saranno disservizi neanche dal punto di vista dell’approvvigionamento del carburante.
Belgorod, attacco ucraino a deposito di petrolio in Russia: la pace si allontana
L’attacco dell’Ucraina al deposito di petrolio a Belgorod, in Russia, dunque non ha avuto delle conseguenze rilevanti dal punto di vista pratico. Esso, tuttavia, potrebbe essere determinante in relazione al prosieguo della guerra tra i due Paesi. A rivelarlo è stato il Cremlino stesso, che non intende accettare la controffensiva degli avversari. “È chiaro che questo non può essere visto come qualcosa che creerà le giuste condizioni per la continuazione dei negoziati”, ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov.
Da Kiev, intanto, non hanno rivendicato l’attacco ma neanche si sono detti estranei alla vicenda. È evidente però che in queste ore le forze ucraine abbiano tratto vantaggio dall’essersi mostrate capaci di attaccare i nemici, mentre al contrario Mosca è apparsa più vulnerabile. Le difese anti-aeree infatti sono state eluse. L’epilogo del conflitto, dunque, adesso sembra ancora più remoto.