Nove morti, otto studenti e la guardia della scuola, e sette feriti, sei studenti e un insegnante. Alcuni sono in gravi condizioni. Questo il bilancio della sparatoria avvenuta in una scuola elementare nel centro di Belgrado, in Serbia. Il responsabile, Kosta Kecmanovic, è stato arrestato insieme ai genitori, perché secondo la legge serba l’adolescente non è penalmente responsabile, visto che non ha ancora compiuto 14 anni. Peraltro, verrà spostato in un istituto psichiatrico. Il padre deteneva la pistola usata dal figlio, che portava solitamente con lui al poligono di tiro. Non sono ancora note le ragioni del folle gesto. Stando ad alcuni media locali, citati da Repubblica, il ragazzo era vittima di maltrattamenti e scherni da parte di altri compagni di scuola.



Secondo a quanto riferito dalla polizia, il killer aveva un elenco preciso dei bambini che doveva prendere di mira, inoltre avrebbe pianificato accuratamente in quali classi entrare prima. Il ministero degli Esteri italiano Antonio Tajani in un tweet ha spiegato di essere “addolorato per la tragedia“, augurando pronta guarigione ai feriti. Un messaggio di condoglianze è stato pubblicato anche dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter. Il governo serbo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal 5 al 7 maggio, annunciato dal ministro dell’Istruzione Branko Ruzic in conferenza stampa. (agg. di Silvana Palazzo)



STRAGE A BELGRADO, 13ENNE SPARA A SCUOLA: 9 MORTI

Choc a Belgrado dove uno studente 13enne ha aperto il fuoco in una scuola, uccidendo nove persone e ferendone sette. Il giovane è stato in seguito fermato dalla polizia e arrestato, intervenuta sul luogo segnalato dopo una chiamata ricevuta alle ore 8:40. Secondo quanto emerso, così come si legge su TgCom24, il giovane si sarebbe presentato in classe con la pistola del padre, per poi iniziare ad aprire il fuoco sull’insegnante e quindi sui suoi compagni di classe. Incerto il movente di quanto accaduto, visto che la polizia, attraverso un comunicato, ha spiegato di non essere a conoscenza del perché di quanto avvenuto.



Secondo quanto emerso dalle testimonianze sembra che il ragazzo si fosse unito alla classe solo da poco, ma non è chiaro se vi fosse dell’astio nei confronti dei compagni o dei docenti. “Ha sparato prima all’insegnante e poi ai bambini che si sono nascosti sotto i banchi“, le parole del padre di una studentessa, Milan Milosevic, alla tv N1, dopo aver riportato quanto gli ha detto la figlia. I media riferiscono di scene tragiche di genitori terrorizzati a scuola per cercare di trovare i figli ancora in vita. “Ha detto che era un ragazzo tranquillo e un bravo studente“, ha aggiunto il padre, spiegando che la sparatoria sarebbe avvenuta durante la lezione di storia.

BELGRADO, 13ENNE FERMATO IN DIRETTA TV

Le telecamere delle tv nazionali hanno di fatto seguito l’evento in diretta, riprendendo il momento dell’arresto, con il 13enne che è stato portato via a volto coperto dagli agenti, che l’hanno poi messo su un’auto parcheggiata in strada e portato al commissariato. La sparatoria è avvenuta di preciso presso la scuola primaria Vladislav Ribnikar, in pieno centro a Belgrado, e fra le vittime vi sarebbe anche il custode dello stesso istituto scolastico che avrebbe tentato di disarmare il ragazzino una volta udito gli spari, invano.

Le sparatorie in quel di Belgrado ma in generale nell’intera regione balcanica, come ricorda TgCom24.it, sono degli eventi estremamente rari, e negli ultimi anni in particolare non ne sono state registrate nelle scuole. L’ultimo precedente risale al 2013 quando un veterano della guerra dei Balcani aprì il fuoco su 13 persone in un villaggio della Serbia centrale, massacrandoli.