Terza notte di manifestazioni in Serbia, in particolare nella capitale Belgrado, nei confronti del governo presieduto dal presidente Vucic. Dopo 48 ore di scontri e di guerriglia urbana fra i manifestanti e le forze dell’ordine, l’ultima notte è stata decisamente più pacifica rispetto alle altre due, con migliaia di ragazzi che si sono ritrovati in piazza, manifestando il proprio dissenso verso lo Stato rimanendo seduti per terra davanti al Parlamento. Davanti alla sede dell’Assemblea Nazionale si sono ritrovati anche alcuni leader dell’opposizione, per far sentire la propria vicinanza alle persone che stavano manifestando. Nessun lancio di lacrimogeni, bottiglie di vetro o sassi, con la polizia che si è limitata a sorvegliare la situazione senza intervenire, così come accaduto anche in altre città del paese.
BELGRADO, NOTTE DI PROTESTE IN SERBIA, IL PREMIER: “PERCHE’ LO FANNO?”
I ragazzi hanno esposto striscioni in cui viene chiesta più democrazia, il rispetto dei diritti umani, libertà di mezzi di informazione, in un clima che resta comunque di covid, con le autorità che hanno vietato gli assembramenti con più di dieci persone nella capitale, visti i numeri di infetti in risalita negli scorsi giorni. E proprio contro le nuove misure di lockdown che si sono scagliate le violenti proteste delle ultime 72 ore: “Il sistema sanitario a Belgrado è vicino al collasso – le parole della Premier Ana Brnabi – ecco perché non riesco a capire ciò che ho visto accadere nelle scorse due notti”. La pensa però diversamente il presidente Vucic, secondo cui i manifestanti non sono scesi in piazza contro le misure restrittive bensì per andare al potere senza elezioni: “Questo è assolutamente chiaro a tutti – ha detto ai media – non ci sono altre motivazioni nascoste”. La guerriglia degli scorsi giorni ha portato a 118 agenti feriti e a 153 persone fermate.