Bella Ciao è la canzone per eccellenza del 25 aprile, eppure in realtà fu poco cantata durante la Resistenza e il suo successo divenne straordinario – soprattutto in Italia, ma anche all’estero – solamente a partire dal dopoguerra. Tutto sommato poco importa, però andrebbe tenuto a mente questo dettaglio quando si scatenano battaglie ideologiche attorno a questa canzone che è appunto ormai da moltissimo tempo il simbolo indiscusso della Resistenza pur se i partigiani cantavano soprattutto altri canti durante la battaglia contro il nazifascismo.
Si potrebbe dunque fare un paragone con La canzone del Piave, che praticamente tutti conoscono come canto per eccellenza della Prima Guerra Mondiale, ma composta soltanto nel 1918 dal maestro Ermete Giovanni Gaeta (noto con lo pseudonimo di E.A. Mario), dunque nelle battute finali della Grande Guerra. Altra curiosità relativa a Bella Ciao è il presunto legame con un canto delle mondine della Pianura Padana, che non ha in realtà con il per eccellenza della lotta (sia pure a posteriori) per la Resistenza. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)
BELLA CIAO, CANZONE PER ECCELLENZA DELLA RESISTENZA
Bella Ciao è in assoluto la canzone simbolo del 25 aprile, il giorno in cui si festeggia la Liberazione dell’Italia dalle forze del nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Un canto popolare di autore sconosciuto che è diventato presto un inno di ribellione da parte dei partigiani nei confronti dei fascisti e dei nazisti. Con il tempo, tuttavia, il brano è stato utilizzato anche dai movimenti di protesta che sono sorti successivamente alla Seconda Guerra Mondiale ed è stato ripreso anche da film e serie tv. La diffusione di questo brano lo si deve alle forze partigiane, ma inizialmente veniva cantato solo nel Modenese, nella Brigata Maiella e in altri gruppi partigiani delle Langhe. A portare al successo il brano furono i partigiani emiliani che parteciparono alla rassegna “Canzoni Mondiali per la Gioventù e per la Pace”. Il brano fu così tradotto in tutto il mondo diventando il simbolo della libertà e della voglia di reagire ad ogni forma di sopruso.
BELLA CIAO, IL TESTO DELLA CANZONE DEL 25 APRILE
Bella Ciao continua ad essere cantata ancora oggi e con il tempo è diventata anche la canzone per infondere speranza a chi non ce l’ha più. Il brano, infatti, è stato spesso intonato durante la quarantena per la pandemia da coronavirus diventando così anche un simbolo di speranza e coraggio. Proprio questa canzone è stata cantata dai tedeschi che hanno voluto dimostrare solidarietà all’Italia, il primo Paese Europeo che ha dovuto combattere in prima linea contro il coronavirus. Il brano è stato scelto anche dai pompieri della Gran Bretagna che, a loro volta, hanno voluto dimostrare la propria vicinanza all’Italia intonando la canzone del 25 aprile. Ecco il testo completo:
Una mattina mi sono svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
ed ho trovato l’invasor.
O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
E seppellire la su in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e seppellire la su in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
Tutte le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.
E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.