Bella ciao è un noto canto popolare italiano, anche se le origini non sono mai state chiarite fino in fondo. Secondo alcune fonti, infatti, sarebbe proprio di alcune formazioni della Resistenza, ma non sarebbe mai stato cantato, o comunque cantato pochissimo, nella versione del partigiano prima della fine della guerra. A tal proposito, l’Anpi ha evidenziato che Bella ciao divenne inno della Resistenza solo vent’anni dopo la fine della guerra.



“È diventato un inno soltanto quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi”, la conferma dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Sul punto, Bella ciao non è stata rinvenuta in alcun documento anteriore agli anni Cinquanta e non è compreso in nessuna raccolta di canti partigiani legati alla Seconda guerra mondiale. Oggi la canzone è associata idealmente al movimento partigiano, ma v’è da evidenziare che la sua conoscenza si è diffusa solo nel 1964, in occasione del Festival di Spoleto. (Aggiornamento di MB)



Bella Ciao: storia, significato e testo canzone

Bella Ciao” è la canzone che per tradizione viene associata alla Resistenza e ai partigiani, per questo viene solitamente ascoltata in occasione del 25 Aprile, in cui si celebra la liberazione dall’Italia dal Fascismo. Non è escluso però che sia stata utilizzata anche nel periodo della dittatura nazifascista.

Non ci sono però particolari certezze in merito all’origine del brano. Alcuni hanno provato a ipotizzare alcuni legami con i canti che solitamente venivano fatti dalle mondine, mentre c’è chi addirittura è riuscito a mettere in evidenza influenze Yiddish.



“Bella Ciao” e il legame con i partigiani: le motivazioni

L’idea di associare “Bella Ciao” ai partigiani è nata analizzando alcune parti del testo del brano, che sembravano essere decisamente calzanti. Si cercava infatti un ventennio dopo la fine della guerra una canzone che mettesse in evidenza valori importanti quali libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, senza riferimenti politici o religiosi.

Nonostante siano ormai trascorsi anni, le parole rendono la canzone ancora profondamente attuale. E anche il mondo dello spettacolo ha deciso di sfruttarla: è infatti diventata recentemente una delle colonne sonore dell’amatissima serie Netflix “La casa di carta“. Ma non è finita qui: è inoltre diventata l’inno dei “Friday for Future“, oltre a essere stata cantata nel 2015 in occasione delle commemorazioni delle vittime del giornale satirico francese Charlie Hebdo e durante il funerale di uno dei suoi vignettisti