Ieri è arrivata l’ufficialità della crisi di Governo con le dimissioni dei ministri Bellanova e Bonetti, esponenti di spicco di Italia Viva. Matteo Renzi ha deciso di mettere la parola fine all’avventura giallorossa, criticando aspramente il premier Giuseppe Conte, e pochi minuti fa è stato reso noto il testo integrale della lettera firmata dai ministri renziani, insieme al sottosegretario Scalfarotto, per formalizzare le loro dimissioni.
Gli ormai ex ministri Bellanova e Bonetti hanno subito messo in risalto che dietro queste dimissioni si celano tre motivi: metodo, merito e Recovery Plan. Il primo punto è stato ampiamente affrontato anche da Renzi nella conferenza di ieri e nella lettera viene sottolineato: «Signor Presidente, se le altre forze politiche dell’attuale maggioranza, nonostante la loro storia, sembrano accettare la sistematica compressione del ruolo dell’istituzione parlamentare e la violazione delle tradizionali forme della liturgia democratica, noi non possiamo che prenderne atto».
Bellanova e Bonetti, la lettera di dimissioni dei ministri Iv
A proposito del merito, Bellanova e Bonetti hanno invocato scelte, riforme e provvedimenti per rispondere alla pandemia da coronavirus, decisioni fondamentali che devono essere prese da un esecutivo capace. «L’Italia, ora più che mai, ha bisogno di crescita e non di immobilismo», l’affondo dei due esponenti di Italia Viva: «Per affrontare l’emergenza il nostro Paese ha bisogno di una visione, non dell’approccio del giorno dopo giorno, con uno sguardo schiacciato su un eterno presente».
Infine, Bellanova e Bonetti si sono soffermate sul Recovery Plan, dove sono numerose le pecche: «Sulla giustizia è ancora di stampo giustizialista, le risorse sul turismo sono ancora insufficienti, non c’è consapevolezza del valore dell’economia sociale, la vaghezza di alcuni interventi — comprese la cybersicurezza e la riforma della PA — non consente di esprimere un giudizio compiuto in senso favorevole». Clicca qui per il testo integrale della lettera di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto.