Sulla doppia preferenza di genere in Puglia rischia di consumarsi una battaglia prima politica e poi legale. Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato di essere “pronto ad esercitare poteri sostitutivi” se la Regione Puglia non riconoscerà e applicherà concretamente il principio di parità di genere. Il presidente del Consiglio vuole dare ancora un po’ di tempo al governatore Michele Emiliano affinché si metta in linea sulla vicenda della parità tra uomo e donna nelle liste elettorali in vista del prossimo voto regionale. Conte preferisce non commissariare subito la Regione Puglia dopo il voto del Consiglio regionale del 28 luglio che ha bocciato la norma per inserire la doppia preferenza anche a causa dei numerosi emendamenti (di cui 1946 di Fratelli d’Italia). Ci sarebbe la disponibilità da parte di alcuni Gruppi regionali ad approvare urgentemente la norma. “Attendiamo si completi il processo nelle prossime ore”, ha dichiarato Conte. Del resto, su proposta del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, il governo lo scorso 23 luglio aveva mandato formale diffida.
PARITÀ DI GENERE IN PUGLIA, UNA “BATOSTA” PER EMILIANO…
Se la Regione Puglia non si adegua alla legge elettorale, se ne occuperà il governo. Il tempo a disposizione non è molto. “Non possiamo accettare che la Puglia non recepisca il principio fondamentale. Lo Stato non può retrocedere”. Ed è pronto ad andare fino in fondo, visto che sono stati acquisiti dei pareri giuridici nel frattempo. All’interno dell’esecutivo, però, la più dura è Teresa Bellanova, ministra per le Politiche agricole. Nella giornata di oggi si è scagliata contro il Consiglio regionale: “Dopo la vergognosa prova che hanno dato di sé il presidente della Regione Puglia e la maggioranza consiliare, incapaci di adeguare la legge elettorale pugliese alla norma dello Stato sulla doppia preferenza di genere, non resta che una strada da percorrere: procedere alla nomina di un Commissario ad hoc con decreto del governo nazionale”. Così ha scritto su Facebook, evidenziando che per garantire l’applicazione della norma e la presenza delle donne nel governo pugliese “non può essere chi per cinque anni ha boicottato sistematicamente la prima e le seconde”, riferendosi all’attuale presidente.
Le conseguenze per Michele Emiliano sono evidenti. Era stato pressato da Conte, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, affinché varasse la norma. Non esserci riuscito è, quindi, per il governatore uscente in piena campagna elettorale una “batosta” perché non è riuscito a dimostrare al governo e al Pd che la sua maggioranza tiene quando deve varare norme considerate ineludibili.