Il direttore del quotidiano La Verità, Belpietro, attraverso l’edizione odierna, ha dedicato ampio spazio a Roberto Saviano, sottolineando come, a suo modo di vedere, il noto scrittore stia imbarazzando il Corriere della Sera. Belpietro spiega che Saviano si è autodefinito un tecnico in un articolo riguardante il caso Cospito: “Un intervento che deve aver fatto arrossire perfino i colleghi del quotidiano di via Solferino – aggiunge Belpietro – i quali, pur avendo deciso di dedicare alla vicenda dell’anarcoterrorista il titolo più importante della giornata, oltre a tre pagine all’interno, si devono essere un po’ vergognati, al punto da nascondere il commento fra le lettere e le analisi, senza neppure un richiamino in prima pagina”. Belpietro sottolinea come nell’articolo in questione Saviano dia dell’incompetente al vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli “accusandolo di muoversi senza saperlo in un contesto pericoloso, composto da mafiosi e terroristi”, aggiungendo poi che la relazione del GOM, il gruppo di polizia penitenziaria che vigila sui condannati al carcere duro, sarebbe la “prova regina che mandare Cospito al 41 bis è stato un errore della ministra Cartabia. Un errore a cui andava immediatamente posto rimedio”.



Belpietro si domanda come mai Saviano abbia emesso questa “perentoria sentenza”, per poi ricordare come, mentre lo scrittore scriveva il suo articolo sul Corriere della Sera, “il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, comunicava al ministro Carlo Nordio il no alla revoca del carcere duro per Cospito”, così come il procuratore nazionale antimafia. Belpietro affonda poi il colpo: “Dunque, i tecnici, quelli veri e non improvvisati sulle pagine di un giornale, ancorché classificato come il più diffuso, non hanno affatto scambiato la relazione degli agenti penitenziari come una prova regina a favore dell’allentamento del rigore carcerario per Cospito, ma hanno intravisto nei contatti fra i boss e l’anarchico una minaccia alla Stato, tale da confermare il regime di detenzione duro”. Belpietro riporta anche un altro argomento trattato da Saviano, riguardante in questo caso Totò Riina, che si dichiarò perseguitato: «Mi avete fatto finire come Enzo Tortora».



BELPIETRO VS SAVIANO: “ECCO PERCHE IL CORRIERE…”

Per Belpietro l’autore di Gomorra non si rende conto “che la citazione dimostra esattamente il contrario di ciò che egli intendeva sostenere. Infatti, sebbene Riina abbia lamentato di essere perseguitato come il conduttore di Porto bello, questo non ha impedito allo Stato di condannarlo a 26 ergastoli”. Infine, l’ultimo appunto sostenuto da Belpietro riguarda il fatto che secondo Saviano con il 41 bis lo stato non riesca comunque a “isolare il potere della mafia e a disarticolarlo”. Belpietro commenta: “Certo, è per questo che da anni, con le stragi e le minacce, con gli anarchici o con i volenterosi intellettuali le cosche cercano di ottenere la revoca del 41 bis: perché non serve a niente”.



Il direttore de La Verità ha concluso la sua disamina scrivendo: “Arrivato in fondo alla «valutazione tecnica» dello scrittore di romanzi, ho capito perché la redazione del Corriere ha nascosto l’articolo di Saviano a pagina 24, senza richiami in prima. Dopo aver letto che «sovente la grande alleata delle mafie rimane l’incompetenza», devono essersi chiesti: ma non è che pubblicando questo articolo aiutiamo i boss?”. Ovviamente si tratta di considerazioni esclusivi di Belpietro che noi riportiamo solamente per diritto di cronaca e informazione, prendendo comunque le distanze.