Oggi 10 ottobre esce nelle sale cinematografiche il film dal titolo “La scomparsa di mia madre” che vede in scena nei panni di sé stessa, la ex modella Benedetta Barzini, diretta dal figlio Beniamino Barrese. Indossatrice e icona di stile degli anni 60, la Barzini è stata la musa di artisti del calibro di: Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Negli anni 70 ha abbracciato a pieno regime la lotta femminista, divenendo una scrittrice e docente molto acuta e innovativa, insegnando Antropologia della moda. A 75 anni, particolarmente indebolita dai ruoli e dagli stereotipi quotidiani, vorrebbe lasciarsi tutto alle spalle per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire in maniera definitiva. Profondamente colpito da questo progetto, radicale quanto incerto, il figlio ha deciso di iniziare a filmarla, determinato come pochi a conservarne intatta la memoria. Negli anni Settanta si stabilisce a New York e la moda si accorge di lei: “Ero una ragazza come tante, anche un po’ anoressica, e mi sembrò strano che qualcuno mi fermasse per la strada offrendomi un lavoro di cui ignoravo ogni cosa”, spiega tra le pagine de Il Mattino.



Benedetta Barzini, il film diretto dal figlio

“Io non ho mai badato troppo a quel genere di ruolo, non guardavo neppure le foto scattate da grandi professionisti: mi importava solo fare bene ciò che mi veniva richiesto”, continua Benedetta Barzini parlando del suo lavoro di modella. Figlia di un grande scrittore e inviato del Corriere della Sera, Benedetta, oggi settantaseienne, cresce nel mondo dorato della moda che conta, tra le copertine e il jet-set della Grande Mela: “È vero, in quegli anni capitava di frequentare la Factory di Andy Warhol e andare a cena con Jacqueline, Bob e Ted Kennedy, ma non ci facevo troppo caso. Avevo già le idee abbastanza chiare su quel tipo di rapporti”. E sulla scelta di farsi riprendere dal figlio per il film, osserva: “Ne abbiamo parlato, discusso prima, avendo messo io solo una condizione: quella di essere completamente me stessa, senza i vincoli di risultare ammiccante o seduttiva a tutti i costi. Insomma non avevo voglia di trasformarmi, ma soltanto di mostrarmi per quella che sono, una donna vecchia, con le rughe e la schiena storta. lo che da tempo ho il desiderio di non farmi vedere, ho accettato l’ennesima rinuncia per amore di mio figlio. Ho visto solo il lavoro finito, scoprendo a tratti anche la fatica di guardarmi. Sono stata felice di poter vedere mio figlio all’opera, serio, preciso, perseverante. È stato commovente”.

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