Benedetta Porcaroli ha condiviso un post molto controverso sul suo profilo Instagram. Nessuna frase o commento, solo una foto dell’attrice che indossa un maglione con una data simbolo per la lotta a favore della legge sull’aborto: 22 maggio 1978. Si tratta di una provocazione volontaria o di una semplice gaffe? Non è arrivato nessun chiarimento in merito. Il capo in questione è stato creato da Gucci e fa parte della collezione Gucci Cruise 2020, ideata dallo stilista Alessandro Michele e dedicata alla cultura italiana. Oltre allo stile che richiama elementi vintage e antichi, su alcuni pezzi compare la data in cui è entrata in vigore la legge sull’aborto. Lo stesso Michele, in un’intervista a WWD, ha dichiarato di essersi ispirato ai suoi genitori: “Ho passato tutta la vita a lottare per l’inclusione”. Poi ha spiegato il perché della scelta di quella data in particolare: “Nessuna legge dovrebbe dire a nessuno cosa fare e cosa non fare quando si tratta di scelte molto personali ecco perché sto rendendo omaggio alla legge italiana sull’aborto, la legge numero 194. È incredibile che in tutto il mondo ci siano ancora persone che credono di poter controllare il corpo di una donna, la scelta di una donna”.



12 Maggio 1978: Benedetta Porcaroli rende omaggio ad una tappa storica per l’Italia

La data di pubblicazione della foto con la maglietta omaggio alla data in cui è stata approvata la legge sull’aborto non è stata a scelta a caso, almeno così sembrerebbe. Benedetta Porcaroli, il giorno dopo Natale, ha voluto lanciare un forte messaggio: il 22 maggio 1978 le donne hanno guadagnato un tassello nel tessuto sociale, hanno avuto la possibilità di interrompere volontariamente una gravidanza. La legge 194 fu approvata nel 1978 dopo un’estenuante lotta da parte di alcuni esponenti politici, tra cui Marco Pannella, Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia e Adele Faccio. La proposta di legge ha mosso i suoi primi passi nel 1975 quando la Corte di Cassazione, dopo la richiesta di Pannella, decise di indire un referendum abrogativo sul reato dell’aborto così che una donna che decideva d’interrompere una gravidanza non rischiava più di essere accusata di reato.



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