Benedetto XVI terminava il suo pontificato esattamente 10 anni fa, il 28 febbraio 2013. A pochi mesi dalla sua morte, il ricordo delle dimissioni inaspettate e improvvise. “Nessuno si aspettava questo gesto, soprattutto da una persona mite e pacifica come Benedetto XVI” ammette Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, ospite della trasmissione Di Buon Mattino su Tv2000. Monda parla di un vero e proprio “inedito”, sebbene “nella storia della Chiesa ci sono stati casi simili ma non come quello di Benedetto XVI, che già l’11 febbraio aveva annunciato la sua volontà di dimettersi. Non eravamo abituati e forse non lo siamo ancora adesso, dopo dieci anni”.



Andrea Monda spiega che il Pontefice Emerito aveva trascorso “un anno a maturare, a riflettere in coscienza e in preghiera davanti a Dio un gesto così potente. Questo perché un anno prima era stato in viaggio a Cuba e i medici gli dissero che non avrebbe potuto fare viaggi così lunghi”. Ma essendo il Papa “un pellegrino deve andare fino ai confini della Terra. Quando si rende conto di essere così limitato e che il fisico non avrebbe retto, di fronte al peso enorme di essere il pastore universale matura la consapevolezza di non farcela, e allora rimette il mandato. Non vedo altre ragioni dietro il suo gesto”.



Andrea Monda “pregiudizi su Benedetto XVI, era persona gentile e garbata”

Andrea Monda, ospite di Di Buon Mattino su Tv2000, ricorda Benedetto XVI sfatando il “pregiudizio” sulla sua figura, poiché “chi ha avuto la fortuna di conoscerlo si è reso conto della realtà, della finezza, della gentilezza e delle altre virtù di questo pontefice”. Infatti, sottolinea che “chi l’ha conosciuto ha incontrato una persona gentile, capace di dire grazie anche per le cose più semplici come una bella giornata di sole. Una persona delicata, con un garbo e una finezza straordinaria”. Lo definisce un “antidoto a un mondo sempre più aggressivo, volgare, sempre più sbrigativo e violento”, un lato noto però “solo chi l’ha conosciuto perché Benedetto XVI non aveva una grande forza comunicativa, però se uno ci si accostava vedeva la sua cultura straordinaria, la sua capacità di mettersi al livello dell’interlocutore”.



Andrea Monda ricorda che “Giovanni Paolo II per Benedetto XVI è stato un’eredità molto pesante dopo ventisette anni di pontificato”. Tuttavia è bene ricordare che “ogni Papa è diverso, noi ci fissiamo con l’idea malposta della continuità ma non è così, la continuità dei papi è rispetto a Cristo, non rispetto a chi l’ha preceduto. Sono successori di Pietro, non di chi è venuto immediatamente prima”. E di Benedetto XVI ricorda con affetto la sua “fede semplice” e la sua capacità di essere sempre “al servizio della Chiesa, anche facendo una cosa rivoluzionaria come dimettersi”.