IL LIBRO POSTUMO DI BENEDETTO XVI E GLI ATTACCHI AI SEMINARI

Il libro pubblicato postumo di Benedetto XVI sta scatenando le voci interne ed esterne al Vaticano tra quelli che vogliono a tutti i costi trovare nelle parole del compianto Papa Ratzinger un moto d’accusa continua al suo successore Francesco. In realtà, quanto emerso finora nelle anticipazioni del libro “Che cos’è il Cristianesimo” è più che altro un durissimo attacco di Benedetto XVI contro alcune pratiche interne alla Chiesa, dalla gestione dei seminari fino agli atteggiamenti di alcuni prelati in Germania. Si tratta di una lucida disamina dei problemi che purtroppo affliggono la Santa Chiesa di Cristo, tutt’altro che una “accusa” a Francesco, semmai un invito e impulso a farsi sempre più attento a quanto avviene in alcuni gangli della Chiesa. «Nell’ambito dell’incontro dei presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo con Papa Francesco, sta a cuore soprattutto la questione della vita sacerdotale e inoltre quella dei seminari. Riguardo al problema della preparazione al ministero sacerdotale nei seminari, si constata in effetti un ampio collasso della forma vigente di questa preparazione», scrive Ratzinger nel volume postumo da lui con forza voluto pubblicare solo dopo la sua morte.



Benedetto XVI sottolinea come «In diversi seminari si formarono ‘club’ omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari. In un seminario nella Germania meridionale i candidati al sacerdozio e i candidati all’ufficio laicale di referente pastorale vivevano insieme. Durante i pasti comuni, i seminaristi stavano insieme ai referenti pastorali coniugati in parte accompagnati da moglie e figli e in qualche caso dalle loro fidanzate. Il clima nel seminario non poteva aiutare la formazione sacerdotale». Non solo, Ratzinger racconta nel suo ultimo libro come «un vescovo, che in precedenza era stato rettore, aveva permesso di mostrare ai seminaristi dei film pornografici, presumibilmente con l’intento di renderli in tal modo capaci di resistere contro un comportamento contrario alla fede».



BENEDETTO XVI: “CONTRO DI ME VOCIARE ASSASSINO CONTINUO”

«In vita, non voglio più pubblicare nulla. La furia dei circoli a me contrari in Germania è talmente forte che l’apparizione di ogni mia parola subito provoca da parte loro un vociare assassino. Voglio risparmiare questo a me stesso e alla cristianità»: lo spiega ancora il Papa emerito Benedetto XVI nella nota prodotta lo scorso 1 maggio 2022 quando affidava a Elio Guerriero, teologo e curatore del volume “Che cos’è il Cristianesimo”, i motivi per la pubblicazione solo postuma di questo ultimo lavoro teologico del Santo Padre Joseph Ratzinger. «Vi furono singoli vescovi, e non solo negli Stati Uniti – accusa Benedetto XVI nel libro – che rifiutarono la tradizione cattolica nel suo complesso mirando nelle loro diocesi a sviluppare una specie di nuova, moderna cattolicità».



Lo stesso Papa Emerito sottolinea come «vale la pena accennare al fatto che, in non pochi seminari, studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano considerati non idonei al sacerdozio. I miei libri venivano celati come letteratura dannosa e venivano per così dire letti solo di nascosto». Papa Benedetto XVI parla anche delle sue dimissioni nel 2013 dal Soglio Petrino, spiegando che in quel momento era davvero esausto: «Quando l’11 febbraio 2013 annunciai le mie dimissioni dal ministero del successore di Pietro, non avevo piano alcuno per ciò che avrei fatto nella nuova situazione. Ero troppo esausto – sono le sue parole riportate dall’ANSA assieme agli altri ampi stralci di anticipazione del libro – per poter pianificare altri lavori. Inoltre, la pubblicazione dell’Infanzia di Gesù sembrava una conclusione logica dei miei scritti teologici». Da ultimo, spiega Ratzinger, dopo l’elezione di Papa Francesco «ho ripreso lentamente il mio lavoro teologico. Così, nel corso degli anni, hanno preso forma una serie di piccoli e medi contributi, che sono presentati in questo volume».