BENEDETTO XVI PRESTO DOTTORE DELLA CHIESA? IL DIBATTITO DALLA FRANCIA…

Dopo i funerali solenni e la tumulazione nelle Grotte Vaticane, si apre il dibattito nella Chiesa Cattolica circa la possibilità che il grande Papa Benedetto XVI possa un giorno diventare “Dottore della Chiesa”, secondo alcuni addirittura “Padre della Chiesa”. Per non parlare del grido di popolo alzatosi spontaneo oggi al termine delle esequie in Piazza San Pietro: «Benedetto XVI Santo subito, Santo subito». Al netto delle manifestazioni di affetto e calore dimostrati dagli oltre 200mila pellegrini giunti fino a Roma per rendere omaggio al Papa Emerito Joseph Ratzinger, il tema sui possibili “onori” futuri legati ad un grande protagonista della Chiesa è tutt’altro che fuori luogo. È soprattutto sulla possibile denominazione di “Dottore della Chiesa” che si stanno concentrando molti dibattiti in questi giorni, dal Vaticano alla Francia, dall’Italia agli Stati Uniti.



Oggi su “La Croix” si confrontano due importanti rappresentanti della teologia cattolica francese proprio sull’opportunità di conferire a Benedetto XVI un titolo così prestigioso riservato a soli 37 protagonisti della storia bimillenaria della Chiesa Cattolica. Secondo Padre Olivier Artus – Dottore in Teologia, Rettore dell’Università Cattolica di Lione, ex membro del Consiglio di Stato e della Pontificia Commissione Biblica – potrebbe essere prematuro e forse non idoneo il titolo di “Dottore della Chiesa” per il Santo Padre Emerito scomparso il 31 dicembre 2022. «Mi sembra che non si debba confondere grande intellettuale e dottore della Chiesa», spiega il teologo, «Il discernimento che porta a questa proclamazione, e che coinvolgerà i successori di Benedetto XVI, è lungo. La Chiesa ha regole chiare sui tempi necessari per ottenere una beatificazione, una canonizzazione e la proclamazione di un nuovo “dottore della Chiesa”. Questa lunga temporalità della Chiesa è la vera saggezza». Di contro invece Jean-Robert Armogathe – Sacerdote, teologo e presidente della rivista “Communio” – sostiene che sia tutt’altro che fuori luogo l’accenno a Benedetto XVI come “Dottore della Chiesa”: «Grazie alla sua lunga vita, si è occupato di tutti i trattati teologici. Ha sviluppato un’attività professionale particolarmente Ha sviluppato posizioni particolarmente forti sull’escatologia, in particolare nella sua opera “Morte e aldilà”, e sull’ecclesiologia, la vita della Chiesa». Secondo il sacerdote francese, Ratzinger «ha inoltre mantenuto un approccio esegetico completo e compiuto, mescolando l’analisi scientifica con le Scritture prese per quello che sono, cioè una narrazione trasmessa dai credenti. Sebbene non abbia pubblicato molti scritti di teologia morale, non dobbiamo dimenticare che è stato l’ispiratore dei grandi testi di Giovanni Paolo II, in particolare delle sue encicliche sociali».



… ALL’ITALIA: CARD. BAGNASCO “BENEDETTO XVI SPERO SARÀ DOTTORE DELLA CHIESA”

Dalla Francia all’Italia, dicevamo, il dibattito all’interno della Chiesa è incentrato sul lascito che avrà Benedetto XVI per la vita della Chiesa: secondo l’ex Presidente della CEI e arcivescovo emerito di Genova, Cardinal Angelo Bagnasco, «Mi auguro che appena possibile Benedetto XVI diventi dottore della Chiesa». Lo ha detto in una lunga intervista a Telepace ricordando la profondità che è stato ed è per l’intera comunità cristiana il Pontificato di Benedetto XVI. «Ogni volta che lo incontravo uscivo come rigenerato da un grande abbraccio di tenerezza. Una stella si è accesa nel firmamento del cielo e come una cometa continuerà ad indicare il cuore della fede che è Gesù», ricorda commosso il Card. Bagnasco. Grande uomo di fede, grande teologo ma anche persona dal fascino e dalla tenerezza profonda: «Bisogna ringraziare il Signore per tutte persone che si sono unite alla preghiera per lui e a lui. È una testimonianza di quanto questa figura abbia raggiunto il cuore della gente».



Secondo un altro Cardinale, l’arcivescovo svizzero Kurt Koch – intervistato da “La Nuova Bussola Quotidiana” – non è affatto un’eresia arrivare a sostenere che Papa Ratzinger possa presto far parte del novero ristretto dei “Dottori della Chiesa”: «Benedetto XVI Santo subito? In primo luogo c’è Dio che è giudice su chi è santo, quindi devo lasciare il giudizio a Lui. In secondo luogo è il Papa che decide. Io penso che Benedetto XVI sia stato un grande maestro, un dottore della Chiesa con la sua teologia e il suo magistero e questo è per me ciò che conta di più. Ma noi tutti siamo chiamati ad essere santi». Paradossalmente, il suo più grande messaggio teologico – senza nulla togliere alla sterminata produzione che lo rende il teologo nella Chiesa più importante degli ultimi due secoli – forse è giunto con quelle tre semplicissime parole dettate nei suoi ultimi istanti di vita, riportate da Mons. Georg Gänswein: «Signore ti amo». Spiega il Card. Koch: «Al centro della sua teologia c’è la questione di Dio ma non un Dio qualsiasi bensì un Dio che vuole avere contatti con il mondo, che vuole avere relazioni con l’uomo, che ama l’uomo e che si è rivelato nella storia di salvezza prima in Israele e poi soprattutto in Gesù Cristo. In Gesù Cristo, Dio ha mostrato la Sua faccia. Io sono convinto che papa Benedetto volle scrivere il suo libro su Gesù di Nazareth, prendendo tempo ed energia dal suo pontificato, per farne la sua eredità. La centralità della domanda di Dio e il cristocentrismo sono i due punti forti della sua teologia. E quelle ultime parole, “Gesù ti amo”, sono la conclusione perfetta di tutta la vita e della teologia di Benedetto XVI».