Lo ha spesso sostenuto durante il suo Pontificato, ma ora la Bild attacca senza precedenti Papa Benedetto XVI: il tema, una volta di più, è la pedofilia. Il Pontefice che più di tutti ha mosso e smosso i “sepolcri imbiancati” delle strutture gerarchiche per combattere il morbo impiantato in diversi prelati e sacerdoti sparsi per il mondo, viene ora accusato di aver coperto – tramite l’aiuto del suo Segretario particolare Mons. Georg Gaenswein – per anni un vescovo tedesco pedofilo nonostante le accuse di abusi sessuali ricevute da più vittime. Secondo la Bild il Papa Emerito durante il suo pontificato avrebbe tenuto all’oscuro la pubblica comunità della Chiesa tedesca il vescovo Christoph Kuehn, nel 2005 reso responsabile del desk Germania presso la Segreteria di Stato Vaticana: le accuse contro quel prelato arrivano oggi da un altro prete che ha denunciato alla Procura di Ingolstadt di aver subito molestie quando era minorenne. In particolare, riporta oggi Paolo Valentino sul Corriere della Sera, «il prelato lo avrebbe più volte baciato con la lingua e afferrato i suoi organi genitali con una mano, mentre con l’ altra gli stringeva la gola. La vittima si è ora rivolta alla Procura di Ingolstadt, che ci ha confermato di aver aperto un fascicolo, anche se non si tratta ancora di indagine formale, ma di indagine preliminare». Nello specifico è proprio Mons. Georg ad avere le accuse più gravi in quanto avrebbe saputo di quelle molestie ma non sarebbe intervenuto chiedendo al Papa di denunciare e rimuovere dagli incarichi ufficiali quel vescovo: secondo la denuncia raccolta dal magistrato tedesco, il ragazzo oggi divenuto prete avrebbe ricevuto una mail direttamente da Mons. Gaenswein dove il segretario di Ratzinger avrebbe scritto «Non rabbia, ma sorpresa… Spero che questo gioco non duri a lungo».



L’ATTACCO DELLA BILD A PAPA RATZINGER

Alla Bild mons. Georg ha spiegato di aver ricevuto una informazione scritta sugli abusi nel 2013, dunque un anno dopo, e di aver agito in maniera responsabile informando il capo del personale di Papa Benedetto XVI. Non sapendo se quelle accuse fossero un’invenzione o frutto di elementi di realtà, la diplomazia vaticana avrebbe agito con “delicatezza” per non evitare ulteriori scandali dopo i tanti già scoperchiati dallo stesso Ratzinger in diverse Diocesi. Secondo il denunciante però quel prelato è un «supergay aggressivo» e Gaenswein avrebbe dovuto ascoltare le denunce per poi rimuoverlo da ogni incarico. Invece nessuna misura fu presa contro Kuehn, spostato prima a Vienna e poi rimandato nella diocesi di Baviera, la sua terra d’origine. La Bild però non solo accusa lo scorso Pontificato di aver “coperto” il vescovo presunto pedofilo (c’è un’indagine in corso, nessuna condanna al momento) ma di averlo fatto per motivi “reconditi”: secondo il giornalista che ha firmato il servizio Nikolaus Harbusch, Kuehn sarebbe stato “salvato” perché nel Conclave del 2005 denunciò un incontro segreto pre-riunione dei Cardinali (di fatto proibito) progressisti decisi a portare Bergoglio sul Soglio di Pietro anni prima di quanto poi effettivamente avvenne nel 2013. Quella mossa portò di fatto all’elezione di Ratzinger e per questo motivo sarebbe poi stato “premiato” quel prelato per la sua azione. Trame politiche, pedofilia, non curanza delle vittime: ovvero, l’esatto contrario di quanto è stato ed è il Pontificato del Papa Emerito tedesco. La vicenda proseguirà nei prossimi mesi e di certo ci sarà spazio per le risposte ed eventuali ammissioni di “superficialità” di Mons. Gaenswein.

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