“GESÙ TI AMO”: LE ULTIME PAROLE DI BENEDETTO XVI

«Gesù ti amo»: tre parole, semplici, dirette, asciutte, come il suo intero Pontificato al servizio del Signore. Con queste parole Benedetto XVI si sarebbe congedato da quella che è stata per gli ultimi 10 anni la sua “nuova” famiglia – i collaboratori, le quattro laiche “Memores Domini” e Mons. Georg Ganswein – prima della morte. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano argentino “La Nacion”, il Papa Emerito Joseph Ratzinger nei suoi ultimi istanti di vita, con una voce flebile come ormai era ridotta da mesi, è riuscito a pronunciare le tre parole con cui si potrebbe definire la sua intera vita di testimonianza sulla Terra.



Poco prima delle ore 9.34, Benedetto XVI nelle sue stanze del Monastero Mater Gratiae in Vaticano avrebbe dunque pronunciato questo nuovo e ultimo atto di amore al vero fulcro della sua esistenza, quel Signore di cui si è sempre posto come “umile servitore”. Uno dei più straordinari pensatori e teologi della storia della Chiesa che si “abbassa” al messaggio più semplice e tenero possibile: «Gesù, ti amo».



GLI ULTIMI ISTANTI DI VITA DI PAPA RATZINGER, “LAVORATORE NELLA VIGNA DEL SIGNORE”

Sempre secondo il quotidiano argentino, che cita fonti del Monastero che ha accolto dal giorno della rinuncia da Pontefice di Benedetto XVI, il segretario particolare di Papa Emerito Joseph Ratzinger avrebbe avvertito subito Papa Francesco. Negli ultimi istanti di vita dunque Benedetto XVI con quel suo atto di amore a Cristo ha visto anche il congedo diretto con il suo successore Sommo Pontefice Jorge Mario Bergoglio. Nell’intervista serale al Tg1 il giorno della scomparsa di Papa Ratzinger, Mons. Georg Ganswein ha ricordato come per Benedetto XVI «il centro della vita di un cristiano deve essere nient’altro che il Signore. Lui stesso ha detto che non aveva la forza fisica e psichica di essere Papa, di guidare la barca di San Pietro. Dopo non ha mai avuto un momento in cui ha dubitato o ha detto ‘me ne pento’».



Un atto di amore a Cristo come del resto l’intero suo Pontificato è stato segnato, fin da quelle primissime e umili parole pronunciate dopo la fumata bianca del Conclave il 19 aprile 2005: «Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte». Qui il testamento spirituale di Papa Benedetto XVI