IL LUNGO OMAGGIO DEL POPOLO A BENEDETTO XVI: “UN PADRE DELLA CHIESA”
Solo ieri 65mila fedeli hanno omaggiato il grande Papa Benedetto XVI, scomparso il 31 dicembre e da ieri con salma esposta in Basilica di San Pietro per il lungo commiato prima dei funerali solenni di Joseph Ratzinger previsti per giovedì 5 gennaio alle ore 9.30 con Papa Francesco. Anche stamattina prosegue l’omaggio del popolo cristiano in pellegrinaggio a Roma in massa, come fu nel 2003 con la scomparsa del Santo Padre Giovanni Paolo II: gli orari di apertura della Basilica restano per oggi e domani dalle ore 7 alle 19 per consentire il più possibile l’afflusso dei tantissimi fedeli giunti in Vaticano per l’ultimo saluto al Papa Emerito Ratzinger. Giovedì dopo le esequie solenni celebrate da Papa Francesco in Piazza San Pietro (ingresso libero, forze dell’ordine e vigili del fuoco provvederanno alla sicurezza sotto il Colonnato visto l’alto afflusso di pellegrini), avranno luogo l’Ultima Commendatio e la Valedictio: il feretro del Sommo Pontefice Emerito sarà portato nella Basilica di San Pietro e quindi nelle Grotte Vaticane per la tumulazione nella stessa tomba che fu di Papa Wojtyla (prima del trasferimento in Basilica dopo la canonizzazione).
«Per me è un padre della Chiesa. Lo paragono a sant’Agostino»: ha voluto ricordare così Benedetto XVI l’amico Card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, intervistato da “Avvenire” dopo la morte dell’amato Papa Emerito. Sono tantissimi che in questi giorni di camera ardente – prima al Monastero Mater Gratiae e ora direttamente in San Pietro – hanno voluto rendere omaggio al Santo Padre tedesco: Schonborn (ma non solo) sottolinea come la Chiesa potrebbe valutare nei prossimi anni la possibilità di rendere Papa Ratzinger nuovo Padre della Chiesa vista l’opera di testimonianza resa nei suoi 95 anni di vita dedicata a Cristo. «Questa capacità dell’insegnamento della trasmissione della fede, la riflessione sulla fede, fanno di lui quasi un Padre della Chiesa. Rispetto a tutti i teologi del ventesimo secolo, a mio avviso, il papa Ratzinger è colui che più di tutti è simile ai padri della Chiesa. Con il suo ministero episcopale e poi pontificale, con la sua maniera di essere teologo io lo paragono a sant’Agostino che è stato suo maestro. Sant’Agostino e Joseph Ratzinger uso metterli vicini», sottolinea ancora l’arcivescovo viennese.
BENEDETTO XVI: “SIGNORE TI AMO”. IL RICORDO DI PADRE GEORG
«Signore ti amo!»: Mons. Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, ha voluto diffondere al mondo quelle ultime sante parole riferite da Joseph Ratzinger prima di lasciare questo mondo. Tre parole simbolo della sua completa adesione a Cristo: teologica, religiosa ma anche affettiva, l’esatto contrario del “freddo teologo” che parte della Chiesa ha contribuito a diffondere come immagine del Papa Emerito. «Benedetto XVI – racconta ancora commosso Padre Georg a Vatican News – con un filo di voce, ma in modo ben distinguibile, ha detto, in italiano: ‘Signore ti amo!’ Io in quel momento non c’ero, ma l’infermiere me l’ha raccontato poco dopo. Sono state le sue ultime parole comprensibili, perché successivamente non è stato più grado di esprimersi».
Il vescovo e amico che lo ha accompagnato anche in tutti questi ultimi 10 anni dopo la rinuncia al Soglio Pontificio, racconta di un Ratzinger costantemente teso al bene della Chiesa di Cristo, ricordando le parole proferite il 28 giugno 2016 – nel 65° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI – da Papa Francesco. Aveva voluto sottolineare la “nota di fondo” che aveva percorso la lunga storia del sacerdozio di Ratzinger: «una vita intera spesa nel servizio sacerdotale e della teologia, che lei non a caso ha definito come ‘la ricerca dell’amato’; è questo che lei ha sempre testimoniato e testimonia ancora oggi: che la cosa decisiva nelle nostre giornate — di sole o di pioggia —, quella solo con la quale viene anche tutto il resto, è che il Signore sia veramente presente, che lo desideriamo, che interiormente siamo vicini a Lui, che Lo amiamo, che davvero crediamo profondamente in Lui e credendo Lo amiamo veramente. È questo amare che veramente ci riempie il cuore, questo credere è quello che ci fa camminare sicuri e tranquilli sulle acque, anche in mezzo alla tempesta, proprio come accadde a Pietro».