La beneficenza è recentemente finita al centro di quella che è già stata definita, ironicamente, “legge Ferragni“, fortemente voluta dalla maggioranza di governo ed annunciata dalla premier Meloni durante la lunga conferenza stampa di fine anno. Una proposta che nasce, come fa intuire il nome, dall’ormai celebre pandoro gate che ha coinvolto l’influencer e la ditta Balocco, accusati di aver fatto intuire che l’acquisto di un pandoro griffato avrebbe contribuito ad una donazione benefica.



In quel caso, tuttavia, la beneficenza era solamente una facciata, probabilmente al fine di fare vendere un maggior numero di prodotti, mentre la donazione promessa con la campagna marketing all’ospedale Regina Margherita di Torino era già stata fatta dall’azienda. Così, la maggioranza ed in particolare Fratelli d’Italia, si è data l’obiettivo di siglare una nuova legge che metta un po’ di ordine nel mondo della beneficenza, specialmente quella fatta grazie all’appoggio di campagne marketing con gli influencer. Nel Terzo settore, infatti, c’è “una questione”, ha spiegato Giorgia Meloni prima di commissionare al Ministero dell’Economia e a quello del Lavoro il nuovo testo di legge, “di trasparenza su cui bisogna lavorare” puntando a nuove regole, chiare e utili a tutti i soggetti inclusi.



Beneficenza: cosa prevede la nuova “legge Ferragni”

Così, sulla scia del pandoro gate è stata formulata una prima ipotesi della “legge Ferragni” sulla beneficenza, che segue (e migliora) le regole già imposte nel 2019 al Terzo settore, secondo le quali è obbligatorio, per fondazioni e onlus, rendere noti i contributi ricevuti da enti e amministrazioni pubbliche. Una legge, questa, che non è mai stata veramente applicata in toto, sia dal punto di vista degli enti e delle onlus, sia da quello delle sanzioni.

Con la nuova legge sulla trasparenza nella beneficenza, in particolare, per qualsiasi soggetto decida di impegnarsi in un’opera caritatevole con raccolte fondi e donazioni (soprattutto aziende e società, che dalla campagna potrebbero trarne anche benefici economici) di indicare chiaramente e nel dettaglio la cifra che si intende donare. Si ipotizza, poi, di definire correttamente se l’importo donato è già stato deciso o dipende dalle vendite/raccolte fondi, ed eventualmente in che misura percentuale rispetto al fatturato. Sulle campagne di beneficenza con influencer e personaggi famosi si dovrà, inoltre, indicare se si tratta di collaborazioni retribuite. Indicazioni, queste, che nel caso di prodotti commerciali come il pandoro Balocco/Ferragni potrebbero finire direttamente nell’etichetta, in modo che siano sempre accessibili al consumatore.