Dopo lunghi ed interminabili mesi di trattative, mezzi accordi e smentite, l’UE sembra aver finalmente raggiunto una quadra per l’uso dei beni russi depositati sul territorio europeo e congelati all’inizio della guerra in Ucraina per effetto della ormai note sanzioni. Da tempo, infatti, si era aperto un vero e proprio scontro con gli Stati Uniti che pressavano affinché l’Europa sequestrasse interamente i fondi depositati dal Cremlino – stimati sull’ordine dei 211 miliardi, in larga parte contanti, ma anche veri e propri beni degli oligarchi russi e del Cremlino, titoli di stato e valute estere – e alcuni tra i paesi UE neutrali o vicini alla Russia (vedesi voce Ungheria) che temevano ripercussioni devastanti sui mercati e sulla fiducia internazionale.
Nella giornata di mercoledì, però, lo stallo alla ‘messicana’ che si era creato tra neutrali, USA e UE è stato sbloccato con un timido accordo tra i 27 per l’uso di fondi che – ovviamente – saranno devoluti all’Ucraina. Di fatto, però, non verranno intaccati in alcun modo i fondi russi congelati, ma solamente gli interessi che questi genereranno nei prossimi mesi o anni, stimati da Reuters attorno ai 15/20 miliardi di euro da qui al 2027.
Cosa ha deciso l’UE per i beni russi congelati: “Interessi usati per finanziare l’Ucraina”
Un accordo, dicevamo, timido perché seppur abbia sbloccato la trattativa sui beni russi congelati, deve essere ancora confermato ufficialmente dal Consiglio UE, ma non si temono grandi opposizioni soprattutto perché anche i paesi più restii all’uso dei fondi hanno dato il loro via libera. Secondo il piano discusso, il primo versamento dovrebbero arrivare già nel corso dell’estate con un valore pari a poco meno di 1 miliardo di euro – già disponibili – per un totale annuale di 2,5/3 miliardi generati in interessi dai beni congelati dei russi.
Per mettere d’accordo i paesi neutrali e che vorrebbero interrompere gli aiuti all’Ucraina, i 27 hanno trovato un compromesso per cui il 90% degli interessi saranno utilizzati dal fondo European Peace Facility che sostiene l’acquisto di armi, mentre il restante 10% generato dai beni russi congelati verrà usato per finanziare progetti umanitari e la ricostruzione del territorio di Kiev. Sempre ieri, infine, si sarebbe discusso anche del nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che dovrebbe passare – con l’ovvia opposizione dell’Ungheria – attraverso il blocco di qualsiasi nave che trasporta gnl russo passando per l’Europa.