Beniamino Zuncheddu è stato intervistato stamane da Storie Italiane: per 33 anni è stato in carcere nonostante fosse innocente. Notizia di questi giorni, un risarcimento di 30mila euro, una somma che appare irrisoria rispetto al tempo perso in galera. “Io non avevo fatto niente, pensavo che mi avessero liberato subito – ricorda Beniamino Zuncheddu – poco prima della strage ero in campania con un mio collega, siamo rientrati, abbiamo incontrato delle persone che mi hanno anche visto, poi ci sono state delle testimonianze ma non hanno creduto alla loro versione”. L’8 gennaio morirono tre persone a Sinnai, in provincia di Cagliari, poi una quarta rimase ferita. Quest’ultima testimoniò contro Beniamino Zuncheddu, fu creduta e fu accusato quindi di strage, stando 33 anni in carcere.



BENIAMINO ZUNCHEDDU, L’AVVOCATO: “QUEL TESTIMONE DISSE…”

L’avvocato dell’ex detenuto, in collegamento con Storie Italiane, aggiunge: “Non era possibile per il testimone discernere i lineamenti di colui che sparava visto che era in un casolare in orario notturno con le luci spente, una condizione di luminosità totalmente insufficiente per distingue i lineamenti di questa persona, inoltre le prime dichiarazioni di quest’uomo riferiscono di un volto travisato, con un collant. E’ la verità che emersa di nuovo nel 2023, nel giudizio di revisione, il testimone ha ammesso di aver mentito, riconoscendo che fosse vera la prima deposizione”. Il testimone era stato convinto che Beniamino fosse l’autore della strage: “Ma non c’erano prove, lui si è fidato ed ha accusato Beniamino”.



Zuncheddu aggiunge: “Non hanno ascoltato nessuno, per loro giustizia era fatta, ho sempre gridato la mia innocenza con tutti. Chi mi ha creduto dopo tutti quegli anni? L’avvocato e i miei famigliari, ma anche tutto il paese lo sapeva, io non sono il tipo che fa questi gesti”. Beniamino Zuncheddu aggiunge: “Il carcere non mi ha cambiato, sono rimasto come ero”. L’ex detenuto non ha comunque ne odio ne rabbia.

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