Benito Mussolini, nella fase più difficile i presupposti della sua caduta: il Gran Consiglio del 1943 fu il capolinea per il regime fascista
Nel docufilm “La Lunga Notte – La Caduta del Duce“, l’interpretazione di Benito Mussolini da parte di Duccio Camerini offre uno sguardo avvincente su uno dei momenti più critici della sua vita politica. Il Duce, alleato tedesco e afflitto da problemi di salute, si trova in una situazione sempre più precaria. Una serie di errori fatali e una fiducia eccessiva nel rapporto con il Re lo portano a sottovalutare gli effetti della votazione del Gran Consiglio, segnando la sua rovina.
Siamo nell’estate del 1943, con l’Italia minacciata dagli alleati dopo lo sbarco in Sicilia il 10 luglio. Mentre i bombardieri alleati colpiscono Roma il 19 luglio, Mussolini incontra Hitler a Feltre per l’ultima volta come capo del governo. La situazione critica evidenzia che il sostegno popolare è ormai svanito, con sconfitte, bombardamenti, la perdita dell’impero e l’inizio dell’invasione del paese.
La malattia di Benito Mussolini
Della malattia di Benito Mussolini ha parlato Paolo Cacace, editorialista e quirinalista de ‘Il Messaggero’, autore di una singolare inchiesta sugli anni del regime visti dal ‘lettino’ del Duce. I documenti inediti (ora pubblicati in ‘Quando Mussolini rischiò di morire. La malattia del duce fra biografia e politica 1924-1926’, Fazi). Secondo quanto racconta il giornalista, Mussolini “vomitava sangue, aveva collassi e svenimenti. La prima di queste terribili crisi avviene nel febbraio del 1925, all’indomani quindi del discorso del 3 gennaio quando decise per un giro di vite al fascismo’’.
Il Duce rifiutò l’operazione portandosi dietro le conseguenze di tale scelta al punto che fu “roso da questa malattia, timoroso dell’intervento perche’ nel ’25 di ulcera si poteva anche morire. Di fatto se la portò avanti pensando di curarsi bevendo latte e mangiando frutta. L’ulcera però è tornata periodicamente alla luce soprattutto nei periodi di maggiore stress’’.
Benito Mussolini e la fine del regime fascista, un epilogo inevitabile secondo lo storico John Foot
Lo storico John Foot spiega che la fine del regime fascista era inevitabile, con complotti tra i gerarchi e il re deciso a separare la sorte della monarchia da quella del regime. Il 22 luglio, Benito Mussolini incontra il Re e promette di disimpegnare l’Italia dalla guerra da settembre, convinto che il sovrano sia ancora dalla sua parte.
Tuttavia, il Re, Vittorio Emanuele III è deluso e ha già un piano per liberarsi di lui. Nel marzo 1943, l’episodio chiave è rappresentato dal Gran Consiglio del Fascismo del 24-25 luglio, dove venne decisa la deposizione di Benito Mussolini. Le truppe italiane, demoralizzate e disilluse, non sostenevano più la guerra del Duce. La monarchia, dunque, sotto la guida di Vittorio Emanuele III, preparava il terreno per il crollo imminente del regime fascista.