Benno Neumair è stato condannato in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio dei genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, assassinati a Bolzano il 4 gennaio 2021 e gettati nell’Adige. La sentenza in Corte d’Assise è stata emessa il 19 novembre scorso e ora la difesa ha presentato ricorso in appello per provare ad alleggerire l’esito in secondo grado. Secondo quanto riportato da Alto Adige, i legali del 32enne, Flavio Moccia e Angelo Polo, punterebbero ancora sulla carta della presunta infermità mentale al momento dei delitti, condizione che i giudici di primo grado avevano escluso ritenendolo pienamente capace di intendere e volere quando uccise il padre e la madre, strangolandoli in casa, per poi disfarsi dei cadaveri.



Il deposito del ricorso sarebbe avvenuto il 3 aprile scorso e nei prossimi mesi dovrebbe aprirsi il processo d’appello. Il documento prodotto dalla difesa, riferisce lo stesso quotidiano locale, sarebbe composto da oltre 100 pagine e, in uno dei punti centrali, ricalcherebbe la tesi di una incapacità del giovane quando furono commessi gli omicidi. È una persona molto malata, aveva commentato uno degli avvocati di Benno Neumair, sostenendo un compromesso stato mentale del suo assistito, a margine di un’udienza in cui il 32enne imputato aveva usato toni quasi di sfida arrivando a replicare in modo piccato davanti alla Corte d’Assise di Bolzano.



Benno Neumair reo confesso, condannato all’ergastolo ora spera nell’appello

Reo confesso di entrambi i delitti, secondo l’accusa Benno Neumair avrebbe messo in atto un tentativo di depistaggio dopo aver ucciso i genitori e aver gettato i loro corpi nel fiume Adige. Per settimane, volontari e inquirenti si sono impegnati nelle ricerche dei coniugi, un tempo in cui il 32enne avrebbe continuato a respingere i sospetti e a tessere una trama di bugie per sviare le indagini. Peter Neumair e Laura Perselli, 63 e 68 anni, sarebbero stati strangolati nella loro abitazione il 4 gennaio 2021 e la loro figlia Madé ha raccontato che avevano paura. Diverse volte, secondo quanto affermato dalla giovane, il fratello avrebbe usato toni arroganti e aggressivi anche nei suoi confronti.



Il comportamento tenuto dal 32enne in aula, come emerso, sarebbe stato “letto” in modo diverso da accusa e difesa: per la prima, freddezza, distacco e nervosimo davanti alle domande, oltre all’assenza di segni di pentimento, dimostrerebbero la lucidità dell’imputato. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado con cui la Corte d’Assise di Bolzano ha condannato Benno Neumair all’ergastolo, riporta Ansa, i giudici avrebbero ritenuto il 32enne pienamente capace di intendere e di volere al momento del duplice omicidio, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa. Il disturbo di personalità dell’imputato, avrebbero concluso all’esito del giudizio, non avrebbe inciso sulla sua capacità di intendere e di volere.