Mattino Cinque ha dedicato ampio spazio stamane al caso di Benno Neumair, il giovane ragazzo di Bolzano condannato sabato all’ergastolo in primo grado, per l’omicidio di padre e madre. Subito dopo la sentenza il programma di Canale 5 ha raccolto i commenti dei parenti delle vittime a cominciare da quello di Carla, sorella di Laurea Perselli (mamma di Benno), che ha spiegato: “Non ne usciamo con una vittoria, non è una competizione sportiva, anzi, ti senti ancora di più il dolore forse, la verità non la puoi nascondere, è venuta fuori, è triste, la sapevamo dal 5 gennaio, avevamo già intuito tutto, adesso il dolore non è scomparso. Vedendo il lato positivo di tutte le tragedie si sente la vicinanza di tante persone e questo ci ha dato forza, abbiamo avuto tante manifestazioni d’affetto, fanno bene, la vita vuole la vita diceva mia sorella Laura, e quindi si va avanti, si ride, si scherza e si continua”. Mattino Cinque ha ascoltato anche Gianni, cognato di Laura Perselli e Peter Neumair, che ha spiegato: “Credo che la verità storica sia un’altra, questa è la verità processuale. Credo che Benno non solo abbia premeditato l’omicidio della madre ma anche del papà, ne sono convinto. Ci sono tratti della sua personalità di tipo narcisistico che da quello che ho capito non sono una vera e propria malattia”.



Così infine Michaela, sorella di Peter Neumair, zia di Benno: “Questo processo ha dimostrato che le cose possono essere bianche o nere, io credo nel bene dell’uomo e spero che mio nipote possa prima o poi intraprendere una via che si renda conte dell’atroce crimine che ha fatto e giungere al pentimento”. “Non si è ancora pentito – ha aggiunto – non è in grado. Se lui vuole della sua vita può fare ancora qualcosa di buono”. Secondo gli ospiti in studio a Mattino Cinque, proprio il mancato pentimento di Benno Neumair, o per lo meno così sembrerebbe dalle parole rilasciate, avrebbe spinto il tribunale verso la sentenza dell’ergastolo, ricordiamo, con un anno di isolamento.



BENNO NEUMAIR, GLI ZII CARLA E GIANNI: “NOSTRO NIPOTE HA BUTTATO VIA LA SUA VITA”

Il caso di Benno Neumair, condannato all’ergastolo, è stato affrontato nel corso della puntata di “Storie Italiane” andata in onda su Rai Uno nella mattinata di lunedì 21 novembre 2022. In particolare, sono intervenuti in collegamento audiovisivo la zia materna di Benno, Carla Perselli, e il marito di quest’ultima, Gianni Ghirardini. La donna ha commentato: “Non eravamo in aula ad attendere la fine di una partita di pallavolo, siamo usciti dal tribunale con le tristezze accumulate in questi due anni ed è venuto fuori tutto il pianto e tutta la tensione di queste udienze. Il pensiero è andato a mia sorella, al suo corpo morto all’obitorio, a mio cognato Peter che galleggiava nell’acqua. Sono momenti di cui non si parla più, ma che rimangono e rimarranno nella nostra testa”.

Carla Perselli ha quindi aggiunto: “Benno è un bambino che ho tenuto in braccio e che dopo i 20-25 anni ha cominciato a cambiare. Ha fatto delle scelte che l’hanno portato a essere una persona che ha rinunciato a tutte le possibilità che aveva. Bello, bravo, ricco: ha buttato lui la sua vita. Sei una persona di trent’anni, non puoi avere un impeto adolescenziale… Gli anabolizzanti hanno avuto un influsso su di lui tra i 23 e i 27 anni, poi ne aveva ridotto l’uso”.

BENNO NEUMAIR, LO ZIO GIANNI: “CHE LUI AVESSE FATTO QUALCOSA DI TERRIBILE ERA NELL’ARIA DA SUBITO”

Lo zio di Benno Neumair, Gianni, ha evidenziato: “Che lui avesse fatto qualcosa di terribile era nell’aria, era evidente. C’erano troppe bugie, troppi depistaggi e comportamenti non consoni a situazioni del genere. Le cose che ci ha detto Madè in quei giorni sono state tantissime e tutti questi indizi, inanellati, costituivano delle prove. Quando è stata pronunciata la parola ‘ergastolo’, io ho rivisto due anni di sofferenza, di ricerca, di fatiche compiute con le forze dell’ordine. Ricordo le domeniche passate a cercare il corpo di Peter nei dirupi, avevamo anche fatto una piantina…”.

Carla Perselli ha poi aggiunto, a proposito di Benno Neumair: Con mia sorella Laura parlavamo di continuo di lui. Lei aveva paura che Benno commettesse un gesto estremo nei confronti di se stesso e mio nipote aveva anche un appuntamento a gennaio con i servizi sociali. Lo stesso Benno diceva di volere più stabilità e ritrovarsi. I suoi genitori erano più sollevati ultimamente, perché sembrava volersi riprendere”.