L’addio di Madè, figlia di Peter Neumair e Laura Perselli, uccisi dal fratello Benno, è a dir poco straziante. Il suo discorso, ai funerali celebrati a 165 giorni dal delitto nel Duomo di Bolzano, è di fatto una cronaca dettagliata dei momenti in cui la giovane ha compreso che la vita le stava crollando addosso: “È il 5 gennaio 2021, sono le 12.30. Dove siete? Sono le 13, poi le due, le quattro del pomeriggio, sono seduta in cucina col cellulare in mano, ho paura, una paura fitta. Chiudo gli occhi e cerco di sentirvi, di capire. Dove siete?“. Quello di Madè è un presentimento: da figlia ha già capito che qualcosa non torna in quell’assenza insolita dei propri genitori. Forse, però, neanche quella consapevolezza le consente di immaginare l’orrore che il fratello personal trainer ha da poco commesso…



BENNO NEUMAIR PORTATO DAVANTI ALLE BARE DEI GENITORI

Il racconto di Madè ai funerali prosegue, come riportato da Il Corriere della Sera, ripercorrendo quelle chiamate verso dei telefoni che restavano muti: “Vi sento nettamente, più vicini che mai, silenziosi e forti. È diverso, sento che siete scivolati via, è una sensazione fisica che mi prende di sorpresa, è come se un’antenna non riuscisse più a prendere il segnale“. Le sue parole trafiggono come delle lame: “Oggi siete qui davanti a noi finalmente riuniti, ma non volevate una morte ingiusta, non volevate un morte violenta, vi è stato tolto il respiro, vi è stata tolta la parola ma siete qui e siete dovunque. Siete la mia luce, siete la mia aria e siete tutto. Mancano le parole per dirvi quanto vi ringrazio. Grazie per quello che siete stati, per quello che ci avete dato. (…) È il 13 febbraio, Mami, e sei sotto il lenzuolo bianco. Vedo i tuoi capelli corti, vedo la sabbia. Ti canto sottovoce la ninna nanna che mi cantavi sempre. È il 27 aprile e vedo il tuo orologio e il tuo braccio rosicchiato da più di 100 giorni in tempesta, Papi“. Neanche una parola per l’artefice di tutto questo incubo, Benno, che nel frattempo ha chiesto e ottenuto di essere accompagnato dagli agenti penitenziari davanti alle bare dei genitori. Per la sorella, però, lui non esiste più.

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