A quasi cinque mesi esatti dalla morte di Peter Neumair e la moglie Laura Perselli, esce allo scoperto Benno Neumair, il figlio dei due, reo-confesso dell’omicidio di mamma e papà. Il giovane ha parlato nelle scorse ore dal carcere di Bolzano, dove si trova rinchiuso da quattro mesi, intervistato dai microfoni dell’Adnkronos: “Quando ho ucciso mio padre prima e mia madre poi, era come se fossi uscito dalla realtà. So bene che è difficile veder riconosciuta la totale incapacità di intendere e di volere. Che nulla, nemmeno il fortissimo pentimento che provo, mi risparmierà la pena lunga che ho appena iniziato a scontare. Ma è ora che si conosca anche la mia di verità”.
Ovviamente la vita di Benno Neumair è cambiata molto da quando si trova in una cella: “Non faccio più attività fisica, pur avendone la possibilità qui. Leggo molto, soprattutto romanzi di viaggi, come le avventure di Robinson Crusoe. Niente gialli. Come un pendolo oscillo alternando momenti di profonda tristezza a frammenti di vita normale, con i miei compagni di cella. C’è chi sta bene, tutto sommato, dietro le sbarre, io no. Io non sto affatto bene, sono disperato. Trovo conforto dai colloqui con lo psicologo, ma fatico ancora a capire perché io abbia fatto quello che ho fatto”. Tornando a parlare dei fatti del 4 gennaio, Benno Neumar si dice infastidito dal “clamore mediatico” della vicenda, per poi parlare di “Blackout”, spiegando che “mai avevo pensato di uccidere qualcuno, tantomeno i miei genitori”.
BENNO NEUMAIR: “QUANDO LI HO UCCISI MIO PADRE MI HA RISVEGLIATO DI COLPO”
Quindi il ragazzo ha racconato come sono andate le cose quel tragico 4 gennaio: “Sono stato risvegliato da mio padre in maniera energica, abbiamo avuto l’ennesima discussione per i soliti motivi. Mi diceva che non valevo niente, al contrario di mia sorella che invece è tutto quello che un genitore può desiderare. Io soffro di un disturbo del sonno, il risveglio aggressivo. Non ci ho visto più e quando mio padre è entrato in camera con quella veemenza, ho preso un cordino che avevo a portata di mano in un cestino e con quello l’ho strangolato”.
“A quel punto mi sono assopito a terra, accanto al suo corpo – ha proseguito, descrivendo poi l’assassinio della madre – a svegliarmi il telefono, era mia madre che mi diceva che stava rientrando in casa. Ho sentito la chiave nella toppa, l’ho vista e con il cordino ancora in mano ho strangolato anche lei, senza che nemmeno facesse in tempo ad accorgersene. È successo tutto in pochi minuti”. Secondo i consulenti degli avvocati difensori, Benno soffrirebbe di “gravi disturbi della personalità”, e non avrebbe quindi piena capacità di intendere e volere. Entro il 2 giugno verrà depositata la perizia, dopo di che si capirà come evolverà la vicenda.