La difesa di Benno Neumair, il 32enne accusato del duplice omicidio dei genitori Peter Neumair e Laura Perselli avvenuto nel 2021, avrebbe presentato ricorso in appello contro la condanna in primo grado a carico del giovane, emessa lo scorso novembre in Corte d’Assise a Bolzano. Benno Neumair, per il quale i giudici hanno stabilito l’ergastolo, secondo i suoi avvocati sarebbe stato incapace di intendere e volere al momento dei delitti. Reo confesso, per l’accusa sarebbe stato pienamente lucido e avrebbe inoltre depistato le indagini dopo aver strangolato il padre e la madre per poi gettarne i corpi nel fiume Adige.



Nel corso del processo, la difesa di Benno Neumair aveva tentato di dimostrare l’incapacità e questo, secondo quanto riportato dall’Ansa, sarà il cardine della tesi che ribadirà in secondo grado. L’avvio della nuova fase processuale non è stato ancora definito e la data dovrebbe essere fissata nei prossimi mesi. Durante il dibattimento, Benno Neumair aveva alternato silenzi a momenti di particolare nervosismo e sfrontatezza nei confronti della Corte, arrivando persino ad una serie di risposte piccate nei confronti del giudice. La sua posizione, secondo l’impianto accusatorio, sarebbe lontana anni luce dall’infermità mentale: non solo avrebbe pianificato le sue azioni, ma si sarebbe poi adoperato per sviare l’attenzione investigativa nella speranza di scampare alla giustizia.



Benno Neumair ricorre in appello contro l’ergastolo

Benno Neumair spera quindi di arrivare ad un secondo grado in cui l’esito sia più “morbido” rispetto a quanto stabilito pochi mesi fa dalla Corte d’Assise di Bolzano a suo carico: ergastolo. Il giovane, reo confesso degli omicidi dei genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, avvenuti il 4 gennaio 2021, secondo la difesa non sarebbe stato capace di intendere e di volere al momento dei delitti e questa sarebbe la carta che intende spendere anche in appello per provare ad alleggerire la posizione del 32enne. “È malato“, aveva detto uno dei suoi avvocati nei mesi precedenti alla sentenza.

Benno Neumair non avrebbe mai mostrato segni di pentimento e resipiscenza. Davanti alla Corte d’Assise, prima di essere condannato alla pena massima, avrebbe usato toni quasi di sfida evitando chirurgicamente di rispondere in merito alla dimanica del duplice omicidio e arrivando a rispondere in modo seccato al giudice in aula. Una condotta che alla sorella del 32enne, Madé Neumair, non sarebbe stata affatto sconosciuta: “Sono i toni che conosco da mio fratello – aveva dichiarato la donna all’Ansa. Fa male sentire questo tono ancora ora, dopo aver ucciso due persone, la mamma e il papà, i nostri genitori, questo tono così di sfida e così trionfante, che dice ‘Mi avvalgo della facoltà di non rispondere’ come se cambiasse qualcosa… Tanta tristezza nel mio cuore“. Per la difesa, però, tutto questo rientrerebbe nell’alveo di una sola lettura possibile: “L’arroganza – aveva commentato uno dei suoi legali, avvocato Flavio Moccia, a margine di un’udienza – è perfettamente compatibile con il suo disturbo di personalità. Benno è una persona veramente tanto malata. Questa è la realtà ed è stata riconosciuta anche dai periti avversari, dai consulenti e dai periti del tribunale“.