Alle 17:30 di oggi, sabato 19 novembre, si è concluso ufficialmente il processo che vedeva Benno Neumair rispondere dell’omicidio dei suoi genitori, Laura e Peter, e dell’occultamento dei cadaveri gettati nel fiume Adige. La sentenza emessa dal giudice è di piena colpevolezza, anche perché il 31enne aveva confessato gli omicidi, e la pena è l’ergastolo con un anno di isolamento diurno. Una sentenza emessa su richiesta dell’accusa ed accolta dal giudice della Corte d’assise Carlo Busato.
Nel corso della sua arringa finale il legale difensore di Benno Neumair, Flavio Moccia, aveva sostenuto che una condanna all’ergastolo sarebbe equivalsa ad “una condanna a morte. Ciò che la legge prevede per i terroristi, per i criminali che non si fermano davanti a niente e nessuno”. Aveva chiesto alla corte se “Benno merita questo?”, rimettendo la decisione nelle mani del giudice. “Il compito della pena è la riabilitazione”, ha commentato, “la severità della pena da sola è inutile e l’ergastolo è contrario al vero scopo della pena, che, secondo la Costituzione deve servire per la riabilitazione”. (agg. di Lorenzo Drigo)
Il processo a Benno Neumair: uccise i genitori
Fase conclusiva del processo a carico di Benno Neumair per il duplice omicidio dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, uccisi a Bolzano il 4 gennaio 2021. Il 31enne, reo confesso, verso la sentenza attesa tra poche ore in Corte d’Assise: l’accusa avrebbe chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Nessuna attenuante secondo il pm: la confessione di Benno Neumair sui delitti arrivò dopo il ritrovamento del cadavere della madre. L’imputato, riporta Ansa, non era presente in aula e ora aspetta la lettura del dispositivo all’esito della camera di consiglio prevista per la giornata di sabato 19 novembre. Non è mancata, invece, la sorella di Benno Neumair, tra le prime a sospettare un ruolo del giovane nella scomparsa dei genitori che, per settimane, risultarono introvabili.
Nel corso del dibattimento, il 31enne avrebbe mostrato un atteggiamento a tratti sprezzante e arrogante, arrivando persino ad alzare la voce in aula e poi avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti alle domande sulla dinamica del duplice omicidio. Una condotta così commentata dalla sorella Madé Neumair all’Ansa: “Sono i toni che conosco da mio fratello. Fa male sentire questo tono ancora ora, dopo aver ucciso due persone, la mamma e il papà, i nostri genitori, questo tono così di sfida e così trionfante, che dice ‘Mi avvalgo della facoltà di non rispondere’ come se cambiasse qualcosa… Tanta tristezza nel mio cuore“. La richiesta di ergastolo, riferisce l’agenzia di stampa, è stata formulata dai sostituti procuratori Igor Secco e Federica Iovene durante la requisitoria in Corte d’assise a Bolzano. Quarto Grado torna sulla vicenda con gli ultimi aggiornamenti a ridosso del giudizio.
Benno Neumair rischia l’ergastolo: la richiesta dell’accusa
Ergastolo per omicidio plurimo aggravato con isolamento diurno per un anno: questa la richiesta dell’accusa a carico di Benno Neumair, imputato della morte dei genitori Laura e Peter avvenuta nel gennaio 2021. Reo confesso, ora rischia la pena massima senza attenuanti perché la sua confessione, sarebbe stato sottolineato in requisitoria dal pm, era arrivata dopo il ritrovamento del corpo della madre. Il giovane sarebbe stato assente in questa fase finale del dibattimento, cruciale perché apre all’esito giudiziario a suo carico atteso nelle prossime ore con la lettura della sentenza (che avverrà tra sabato e lunedì prossimi).
In aula, la sorella Madé Neumair che fu tra le prime persone a sospettare un coinvolgimento di Benno Neumair nella scomparsa e poi nell’uccisione dei loro genitori. Secondo la pm Iovene, riporta Alto Adige, il duplice delitto di Laura Perselli e Peter Neumair sarebbe stato “commesso con piena coscienza e volontà“. Secondo l’accusa, inoltre, l’utilizzo di una corda per strangolare i coniugi denoterebbe “una particolare intensità del dolo“. La requisitoria si sarebbe conclusa con un focus sui depistaggi contestati all’imputato e sul fatto che abbia gettato i corpi delle vittime “senza pietà nelle gelide acque nel fiume Adige“.