Beppe Bergomi, dai ‘tagli’ alle amicizie alla sincerità dei rapporti nati in campo
Il mondo del calcio può vantare tante glorie, altrettante icone e campioni che spesso vengono definiti “bandiere”. Osservando alla storia italiana, impossibile non inserire in tutte queste categorie il nome di Beppe Bergomi. Dalla maglia azzurra a quella nerazzurra; successi, insuccessi, trofei e imprese storiche. In campo era un difensore roccioso, superbo, attento; oggi è pacato, professionale e sempre pertinente sia nelle vesti di commentatore tecnico che di opinionista in studio. Della sua immensa carriera e non solo, Beppe Bergomi – 60 anni il prossimo venerdì – ha parlato in una recente intervista a La Stampa.
“A 60 anni sono diventato selettivo: ho ristretto il giro di persone che frequento e perso parecchie amicizie. Non è stato doloroso, ho smesso di parlare con quelli che non capiscono il mio rapporto con il telefono…”. Inizia così l’intervista di Beppe bergomi che, parlando dei rapporti tagliati al traguardo dei 60 anni, ha precisato: “Se ho tagliato tanti calciatori? No, il calcio ti lascia rapporti sinceri. Erri posso non sentirlo per settimane, poi ci si chiama ed è come aver smesso di parlare un minuto prima”. A proposito di abitudini da smartphone, l’ex difensore della nazionale e dell’Inter ha raccontato: “In quante chat con ex compagni mi trovo? Tre: 1982, notti magiche. Con i ragazzi italiani e Inter 97-98, quella di Simoni; c’è Ronaldo e risponde sempre”.
Beppe Bergomi, dal ruolo delle bandiere alla longeva collaborazione a Sky
Parlando di calcio con Beppe Bergomi, era inevitabile toccare nell’intervista per La Stampa il tema delle ‘bandiere’: “A Maldini, Totti e Del Piero aggiungo Franco Baresi; gente che ha fatto scelte radicali. Qualcuno, ad esempio Totti, rinunciando a vincere più trofei altrove. Lui è la Roma, legame unico, alla sua partita di addio ho pianto”. A proposito dell’ex capitano giallorosso ha aggiunto un suo personale pensiero sulle vicende sentimentali con Ilary Blasi: “Non stupisce che sia diventata una telenovela; quell’uomo è una città, attira interesse e curiosità non domabili e più dettagli circolano più la gente ne vuole…”.
A proposito della sua longeva esperienza a Sky dove milita da ormai 25 anni, Beppe Bergomi ha raccontato: “Se ho mai avuto la tentazione di lasciare? Mi hanno cercato ma se stai bene in un posto non ha senso muoversi; non ne ho mai fatto una questione di soldi”. L’ex difensore dell’Inter ha poi argomentato sulle dimissioni di Mancini e il passaggio in Arabia Saudita. “Se ho capito la sua scelta? Faccio fatica; si intuiva che qualcosa non girasse perchè era troppo accomodante. Mi immaginavo che lasciasse dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, non per responsabilità, per la chiusura di un ciclo… Così non comprendo, anche se i suoi motivi li avrà”.
Beppe Bergomi e ‘l’interismo’ che divide: “Da casa mi divoro, ma in telecronaca…”
Verso la conclusione dell’intervista rilasciata per La Stampa, Beppe Bergomi ha raccontato quali polemiche, nel merito del suo operato da telecronista, risultano più fastidiose. “Mi infastidisce quando mi dicono che non sono abbastanza interista; mi contestano pure per il contrario, ma quello non mi fa soffrire. Se guardo l’Inter da casa mi divoro, in telecronaca subentra la professionalità”. Sui cambiamenti che hanno investito il settore, l’ex difensore della nazionale ha asserito: “Quanto è cambiato il modo di raccontarlo? Tanto quanto il calcio, io credo di essere uno dei primi che ha dato ritmo… Se ci siamo persi i numeri 10? Se mai ci siamo persi gli attaccanti; ci siamo fatti traviare dal ‘falso nueve’ e ora non troviamo una punta di ruolo per la nazionale”.