Beppe Carletti ha parlato dei “Nomadi” e del loro grande successo musicale ai microfoni di “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin. Il nome della band nacque per un motivo ben preciso: “Tra noi ragazzini c’era l’esterofilia all’epoca, mentre io pensavo che mia madre dovesse riuscire a pronunciare la denominazione del gruppo. Quindi, scegliemmo ‘Nomadi’. A soli nove anni Beppe Carletti iniziò a suonare la fisarmonica, che i miei genitori acquistarono “per mezzo di cambiali. Mamma era contenta che io facessi musica, l’importante era portare a casa un aiuto economico. Era il momento in cui l’Italia rifioriva”.



I Nomadi salutarono prematuramente due componenti della band: Dante Pergreffi, perito in un incidente stradale a un chilometro da casa (perse il controllo dell’automobile), e poi Augusto Daolio. “Quando se ne vanno persone con cui hai condiviso trent’anni di vita, è terribile – ha detto Beppe Carletti –. Già da gennaio 1992 si sapeva che Augusto non stava bene e anche io sapevo come sarebbe andata a finire.



BEPPE CARLETTI RICORDA AUGUSTO DAOLIO: “NON HO FATTO IN TEMPO A SALUTARLO”

Ancora a “Verissimo”, Beppe Carletti ha commentato, commosso, la scomparsa di Augusto Daolio: “Io e lui parlavamo sempre di un domani, ho sempre fatto finta di nulla. Non so nemmeno io come ho fatto a mentire. Dirgli bugie è stata veramente dura. Lui sognava di fare il giro del mondo una volta guarito. Tuttavia, la morte di Dante per Augusto è stata una botta terribile, in quanto con la sua malattia non avrebbe dovuto provare emozioni, positive o negative”.

Purtroppo, “non ho fatto in tempo a dirgli addio, perché durante il sonno se n’è andato. Nessuno ha potuto più dirgli niente. Ma io non mi sono mai arreso nei momenti difficili e non riuscivo a credere che potesse finire l’avventura dei Nomadi. I fratelli di Augusto mi dissero di andare avanti”.