Beppe Fiorello ha parlato poi della grande produzione che ha reso possibile la realizzazione della serie Rai “Gli orologi del dialogo” in onda dal 2 novembre in prima serata sulla prima rete: “Ci siamo ispirati alla storia di Gianfranco Franciosi, ha passato anni molto delicati, è stato testimone di giustizia ed ha fatto un gesto di grande impegno civile. E’ stato coinvolto nel sequestro di droga più grande degli ultimi anni, si è trovato lì per caso e non è più potuto tornare indietro. Lui ha però ammesso che lo rifarebbe”, ha raccontato. A chiudere l’intervista, un videomessaggio del protagonista: “Sono molto felice che Beppe Fiorello abbia interpretato una serie che racconta la mia storia, lo stimo moltissimo. Durante le riprese ci sono stati momenti in cui mi sono dovuto allontanare dal set perchè è riuscito a scardinare delle cose che tenevo dentro da anni. Lo ringrazierò sempre per aver dato dignità alla mia famiglia, rendendo pubblica la cosa e facendolo nella maniera più veritiera possibile”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Il rapporto con il fratello Rosario

Il confronto con il fratello Rosario Fiorello non è stato facile. Beppe ha sempre dovuto fronteggiare la critica ma il loro rapporto andava ben oltre: “Forse ci soffriva più lui perchè sapeva che attaccavano il fratello più piccolo”. Tra loro, di contro, c’è sempre stata grande onestà e fiducia reciproca, come confermato dall’attore. “Rosario è un grande artista, mi ha sempre ispirato, forse non gliel’ho mai detto ma quando lo guardavo sul palco dei villaggi turistici…”, ha aggiunto. Il loro papà è sempre stato un grande fan di Rosario, mentre di lui aveva un’idea più poetica per via della sua timidezza. “Alla fine non ero io troppo timido ma era tutto quello che c’era attorno a me”, ha spiegato Beppe, parlando della sua famiglia che ha definito formata da artisti di strada. Oggi Beppe è diventato un uomo ed un padre e lo ho ribadito con grande orgoglio nel corso della trasmissione di Rai1. Beppe ed Eleonora, la moglie, stanno insieme da 20 anni, di cui 10 di matrimonio. “E’ meravigliosa…”, ha commentato, parlando proprio della compagna di vita. Parlando della figlia Anita, invece, ha affermato: “Lei è l’espressione di ciò che stanno vivendo oggi gli adolescenti”. “Nicola è un grande amico”, ha invece detto del figlio. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’incontro con Ammaniti

Dopo la serata di ieri a Ballando con le Stelle, Beppe Fiorello oggi ospite di Mara Venier a Domenica In ha concesso una bellissima intervista. Nella Milano degli anni Novanta, Beppe era ancora molto timido, come in parte lo è ancora oggi pur essendo un uomo e padre di famiglia. “All’epoca cercavo una direzione”, ha ammesso. Beppe ha ricordato l’incontro a Riccione, in una libreria-bar, Niccolò Ammaniti: “Ancora non era così noto”. Fu lui a spingerlo ad interpretare nel suo primo film a Roma un suo personaggio. Ad attrarlo in quel primo incontro fu proprio la sua voce, mentre presentava un suo libro. “Fino a quell’età ero un casinaro controllato, mi divertivo, cercavo la mia passione. Volevo raccontare storie ma non capivo come”, ha spiegato. Con la scuola Beppe non ha avuto un grande rapporto anche se oggi comprende la grande importanza di tale istituzione e che oggi soffre più di tutti: “Io non l’ho amata molto ma ho capito di aver commesso un piccolo errore”. In merito ai genitori, il papà lo ha definito molto permissivo, sua madre era più precisa ed attenta. Oggi torna ancora nella sua Sicilia, dai suoi amici. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Beppe Fiorello a Ballando con le Stelle

Beppe Fiorello è il ballerino per una notte della nuova puntata di “Ballando con le Stelle“, il dance show di successo condotto da Milly Carlucci su Raiuno. L’attore e regista, fratello di Fiorello, è pronto a calarsi nei panni di “ballerino per una notte” e a sottoporsi al giudizio della giuria composta da Carolyn Smith, Selvaggia Lucarelli, Fabio Canino, Ivan Zazzaroni e Guillermo Mariotto. Una prova completamente diversa da quelle finora affrontate dall’attore che si prepara a tornare in tv con la nuova fiction “Gli orologi del dialogo” in onda dal 2 novembre in prima serata su Rai1. Un progetto importante che vede l’attore interpretare il personaggio di Gianfranco (“Gianni”) Franciosi. Una serie che ha raccontato così a Tv Sorrisi e Canzoni: “da sempre avevo il desiderio di recitare in una serie con tanta adrenalina e tanta suspense. Al tempo stesso è una storia delle mie. L’eroe ispirato a Gianni Franciosi, che nella fiction si chiama Marco Merani, è un uomo comune che però ha fatto qualcosa di unico: è un civile che si è infiltrato nei narcos!”. Non solo, nella fiction Beppe Fiorello ha dovuto anche guidare motoscafi, ma ha precisato: “avevo una licenza speciale per le riprese. Ho guidato io, senza usare controfigure, e Gianni mi ha dato tutte le dritte. Mi ha insegnato le manovre della barca da off-shore e mi ha suggerito nelle scene dove montavo e smontavo motori”.

Beppe Fiorello: “L’afide e la formica è un film con grande personalità”

Impossibile con Beppe Fiorello non parlare della seconda ondata dei contagi da Coronavirus che se dovessero peggiorare potrebbero significare una sola cosa: un secondo lockdown generalizzato. Durante la prima ondata dello scorso febbraio-marzo, l’attore invitava tutti a stare a casa, ma adesso all’idea di un secondo lockdown precisa: “sarebbe un disastro”. Oltre alla fiction “Gli orologi del diavolo”, Giuseppe Fiorello sta concludendo le riprese del film “L’afide e la formica” diretto da Mario Vitale ambientato a Lamezia Terme in Calabria tra i paesaggi incontaminati del Reventino. Un film a cui è molto legato e su cui ha detto: “mi ha colpito il fatto che ha il giusto dosaggio tra la dolcezza e la determinazione di un regista al suo quarto film ed io ho subito letto un bel film, una bella sceneggiatura, strutturata bene con uno stile ed una grande personalità”. Non solo, l’attore parlando poi della terra Calabria ha precisato: “ha un fermento molto importante dal punto di vista cinematografico e si sta avviando ad una nuova vita. Di questa regione si possono raccontare storie di altro genere e non solo ‘ndranghetistico”.