Beppe Fiorello a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Oggi è un altro giorno. Dopo aver promosso la serie tv Gli orologi del diavolo, che lo vede vestire i panni di Gianfranco Franciosi, l’attore si è raccontato tra carriera e vita privata: «Il rischio cerco di evitarlo sempre, sono abbastanza pauroso e infatti quando mi trovo ad affrontare situazioni di questo tipo nel mio mestiere viene fuori una parte di me che non capisco. Viene fuori perché deve venire fuori per forza, per questo il nostro è un mestiere un po’ da atleti: mi alleno continuamente non tanto per creare un personaggio, quanto per sopportare la vita sui set. Bisogna essere fisicamente molto pronti». «Il mestiere dell’attore è quello di essere qualcuno o qualcosa che non si può essere nella vita normale», ha aggiunto Beppe Fiorello, che si è poi soffermato sull’emergenza coronavirus: «La prima ondata sembrava quasi più un’avventura, c’era l’incognita del mistero di questa pandemia e c’era lo spirito della curiosità. Questa ondata la vivo con un po’ più di preoccupazione, ma dentro di me c’è quella finestra di speranza».



BEPPE FIORELLO: “HO SALVATO LA VITA AD UN UOMO”

«Credo di aver salvato la vita ad un uomo», ha poi rivelato Beppe Fiorello nel corso del dialogo con Serena Bortone, ricostruendo quanto successo un’estate di 3-4 anni fa: «Ero con un’altra persona in spiaggia in Sicilia, all’ora di pranzo: erano un po’ tutti andati via a mangiare, eravamo rimasti in pochi. Io ero rimasto con un amico,quando a un certo punto lui si è accorto che un uomo galleggiava a testa in giù, mentre il figlio piccolo di lui pensava stesse giocando. In realtà quest’uomo ha tentato di fare una classica capriola per tuffarsi, ma è arrivato giù in verticale con la testa e si è rotto l’osso del collo. Siamo andati lì, lo abbiamo tirato su, era un medico tedesco ed ha spiegato al mio amico, che parlava perfettamente tedesco, cosa fare». Beppe Fiorello ha poi aggiunto: «Lo abbiamo sostenuto, accudito per tante ore, poi è arrivato l’elicottero: forse ho partecipato al salvataggio di una persona. Non mi sento un eroe per questo. Poi questo signore è tornato in quel Lido per cercare tutte le persone che lo avevano salvato. Io quell’estate però non c’ero. Io penso che per caso forse c’è un uomo in questo mondo – che non mi deve nulla, assolutamente – che vive grazie all’istinto di un altro uomo».

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