Fin dalla sua nascita, il Movimento 5 Stelle nei momenti di massima “crisi” o fibrillazione, nelle spaccature e nelle scelte politiche da prendere, si è sempre affidato a Beppe Grillo: e così, mentre si attende un messaggio/indicazione ufficiale dai canali del Blog, sono le “fonti” pervenute alle agenzie (in questo caso l’Adnkronos) a far dettare la linea del fondatore dopo l’incarico affidato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ex BCE Mario Draghi. E quelle fonti riportano un Grillo tutt’altro che incline al Governo istituzionale: «Restare compatti e leali a Giuseppe Conte, no a un governo tecnico guidato da Mario Draghi».



Questo il messaggio fatto pervenire ad alcuni big del Movimento dopo i contatti avvenuti nelle scorse ore, a seguito del clamoroso “flop” dell’operazione Conte-ter e delle Consultazioni del “grillino” Roberto Fico. Come del resto detto ieri sera dal capo politico “pro-tempore” Vito Crimi, il M5s resta lontano dall’ipotesi Draghi e piuttosto si dice convinto che l’opzione Elezioni resti l’unica strada percorribile. Mentre Conte prosegue nel silenzio ormai assordante da oltre una settimana, i big 5Stelle vengono definiti alquanto preoccupati del rischio “rottura” dei gruppi parlamentari: oggi pomeriggio ci sarà una prima riunione alle 15 per valutare il da farsi nelle prossime giornate, in particolar modo l’atteggiamento da porre nelle Consultazioni con il Presidente incaricato Mario Draghi.



LO PSICODRAMMA M5S DOPO IL KO DI CONTE

«Il MoVimento 5 Stelle, già durante le consultazioni, aveva rappresentato che l’unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voterà per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi», così ieri sera su Facebook Vito Crimi, posizione però non condivisa affatto da tutta la pletora dei parlamentari M5s come sentenziato da Stefano Buffagni questa mattina, «Draghi un profilo inattaccabile, per M5s deciderà l’assemblea». Di contro, del tutto schierato contro l’ipotesi di un Governo tecnico è Alessandro Di Battista che giusto per fare capire come la pensi una volta di più ha postato su Fb un suo articolo su TPI dal titolo eloquente “Perché bisogna dire no a Draghi”. Insomma, lo “psicodramma” è solo all’inizio con in più la necessità di trovare una quadra con l’ormai coalizione “allargata” con cui fino a ieri si tentava alla Camera di trovare un accordo con Matteo Renzi: «non bisogna perdere la forza e le potenzialità di una alleanza con il Movimento 5 Stelle e con Leu basata su proposte comuni sul futuro dell’Italia. Per affrontare questi temi chiederemo nelle prossime ore un incontro con il Movimento 5 Stelle e Leu», così ha spiegato il segretario Pd Nicola Zingaretti nella nota successiva all’incarico ricevuto da Mario Draghi.



Ma non si placano le polemiche, con tanti “no” grillini al Governo tecnico come quello di Paola Taverna, «Ringraziamo il Presidente Mattarella per aver pazientemente guidato questa grave e insensata crisi, ma ribadiamo che non voteremo un governo tecnico guidato da Mario Draghi. A questo punto, riteniamo che l’unica strada giusta sia quella delle elezioni anticipate. I cittadini devono poter scegliere chi dovrà risollevare le sorti di questo nostro Paese. Noi siamo pronti». Il clima è tutt’altro che “sereno”, come dimostra una parlamentare M5s all’Adnkronos «Visto che fino a ieri condividevamo un tavolo di lavoro con Renzi, mi fa pensare che per qualcuno nel Movimento Cinque Stelle Renzi sia più responsabile di Draghi. Il no a priori a Draghi ci sembra eccessivo. Non pensate ci possa essere prima una discussione interna, anche nel rispetto delle indicazioni del Presidente Mattarella?».