«C’è gente che entra in politica per diventare una “cartelletta”». Comincia così il durissimo (nuovo) attacco di Beppe Grillo contro Luigi Di Maio. Il fondatore del Movimento 5 Stelle non si è fermato qui. «Gigino a cartelletta ora è di là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato». Non manca un riferimento a quanti, come il ministro degli Esteri, ha lasciato M5s. «Ha chiamato decine e decine di cartellette che aspettano come lui di essere archiviate a loro volta in qualche ministero». Sul suo blog il garante dei Cinque Stelle attacca tutti. «Non so se il Movimento c’è, non c’è. Non lo so se è disintegrato, molecolare o quantico, non lo so. Una cosa però la so: ho guardato quel parlamento mentre Draghi parlava e non è il Parlamento che mi ha sconcertato, era la visione di quel Parlamento».



Beppe Grillo parla di una «visione vecchia», di un Parlamento fatto di gente che è lì da 30-40 anni. Pur essendo il partito più giovane, M5s rischia di finire dentro quella visione per Beppe Grillo, che comunque “salva” il premier Mario Draghi: «Quel Parlamento lì non se lo merita nessuno, figuriamoci Draghi e non se lo merita nemmeno l’ultimo degli italiani».



BEPPE GRILLO “DUE MANDATI? LUCE NELLE TENEBRE”

Beppe Grillo è consapevole del momento di crisi che sta attraversando il Movimento 5 Stelle. «Siamo in un momento caotico e potremmo essere morti tra 15 giorni». Ma sui due mandati non si cambia. «Sono la nostra luce in questa tenebra incredibile, sono l’interpretazione della politica come servizio civile». Per il fondatore dei Cinque Stelle sono soprattutto «un antibiotico». E cita anche Casaleggio: «Quando abbiamo fondato il Movimento e fatto queste regole, le abbiamo fatte per metterci in gioco, non per avere dei titoli, degli incarichi, fare 2-3-4 mandati». E la regola M5s dovrebbe diventare «legge di Stato» per Grillo. Di fatto, con questa mossa azzera la classe dirigente grillina e crea non pochi problemi a Giuseppe Conte.



Così sono tagliati fuori diversi big, dal presidente della Camera Roberto Fico alla vice vicaria di Conte Paola Taverna, senza dimenticare l’ex reggente Vito Crimi. Ma Grillo detta pure l’agenda politica, non senza fare autocritica: «L’Italia si merita una legge elettorale, proporzionale con lo sbarramento, si merita una legge sulla sfiducia costruttiva, si merita tante cose e noi non siamo riusciti a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi. Ci trattano come degli appestati, tutti, anche i bulli della stampa e della televisione. Siamo appestati? Benissimo, se il sistema reagisce così significa una cosa sola: che abbiamo ragione».