Il matrimonio va privatizzato: in vigore bisogna lasciare solo le unioni civili. Questa l’ultima proposta lanciata da Beppe Grillo. Il fondatore e garante del M5s è partito sul suo blog dalla citazione di un libro, “Nudge“, di Richard Thaler e Cass Sunstein, in cui si suggerisce, a tutela della libertà, anche quella religiosa, della privatizzazione del matrimonio. Lo Stato regola le unioni civili, con un contratto che definisce diritti e doveri legali, mentre altre entità private possono stabilire le proprie regole sul matrimonio in base a credenze e tradizioni.



Sul suo blog Beppe Grillo si è soffermato sulla complessa natura del matrimonio, che comprende diritti civili ma anche un approccio religioso, economico e sessuale, e ripercorso le origini del matrimonio, che «era inteso come una maniera per lo Stato di controllare sia l’attività sessuale sia l’educazione dei figli. Se si volevano avere rapporti sessuali oppure procreare». Il matrimonio, però, ora non ha più questa funzione per Grillo: «Con la privatizzazione del matrimonio, la parola “matrimonio” non apparirebbe più in nessuna legge, e le licenze di matrimonio non verrebbero più offerte o riconosciute a nessun livello della pubblica amministrazione».



LA PROPOSTA-PROVOCAZIONE DI BEPPE GRILLO SUL MATRIMONIO

Pertanto, lo Stato farebbe «ciò che gli compete, e le organizzazioni religiose altrettanto». In questo modo, ha aggiunto il fondatore del M5s, «verrebbe meno l’ambiguità dovuta al fatto che la parola matrimonio si riferisce sia a uno status ufficiale (legale) sia a uno status religioso». Per il amico dovrebbe essere l’istituto dell’unione civile come «unico status giuridico», cioè «un contratto di associazione domestica». Quindi, il matrimonio «sarebbe un affare strettamente privato, celebrato da organizzazioni religiose o private di altro tipo». Quindi, una chiesa potrebbe decidere di far sposare solo i suoi membri.



Una proposta che secondo Beppe Grillo è «in linea con l’approccio già adottato in numerosi Paesi». Del resto, «il sistema di licenze di matrimonio ufficiali non è più adatto alla realtà moderna». Ma questa proposta avrebbe anche ricadute politiche e civili, perché per il comico questa proposta, «in linea con l’approccio già adottato in numerosi paesi», porterebbe ad «ammettere all’unione civile le coppie sia eterosessuali sia omosessuali». Se il matrimonio è “amministrato” dallo Stato, conclude Grillo, «è difficile tutelare la libertà delle organizzazioni religiose di seguire il proprio credo e, al tempo stesso, salvaguardare la libertà di due persone di assumersi gli impegni reciproci che desiderano, senza che lo stato li tratti da cittadini di serie B».