Beppe Grillo dovrà risarcire il professore universitario di chimica, Franco Battaglia, con la somma di 50mila euro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha definito quelle del papà del Movimento 5 Stelle “espressioni offensive”, rese nel corso di un comizio alla vigilia del referendum “pro atomo” del 2011. Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Messaggero, la Cassazione ha così annullato per prescrizione la condanna a seimila euro di multa che era stata inflitta a Grillo il 10 luglio di due anni fa dalla Corte d’Appello di Ancona. E’ quanto emerso dalle motivazioni della sentenza della Suprema Corte depositate nella giornata odierna. In primo grado, per lo stesso caso Grillo era stato condannato dal tribunale di Ascoli Piceno ad un anno di reclusione ed al risarcimento del danno in favore di Battaglia, con concessione della provvisionale da 50 mila euro. In secondo grado la condanna al carcere era stata poi sostituita dalla sola multa ma fu confermato l’indennizzo per il prof in quanto, spiega oggi la Suprema Corte, la difesa di Grillo non aveva contestato l’entità di risarcimento né il suo fondamento “con specifici motivi di ricorso” previsti dalla legge.
BEPPE GRILLO CONDANNA IN CASSAZIONE PER OFFESE AL PROF
Tra Beppe Grillo e il prof Battaglia si era scatenata una vera e propria guerra a distanza con il primo che aveva detto al docente universitario: “Non puoi permettere a un ingegnere dei materiali e neanche a un ingegnere nucleare, parlo di Battaglia, consulente delle multinazionali, di andare in televisione e dire così, con nonchalance, che a Cernobyl non è morto nessuno: io ti prendo a calci nel c… e ti sbatto fuori dalla televisione, prendo un avvocato e ti denuncio e ti mando in galera. Quale dialogo, non ne voglio più di dialogo”. Alla fine però, la Cassazione ha deciso di chiudere la vicenda con un risarcimento di 50mila euro in favore di Battaglia e la condanna a Grillo che dovrà anche pagare 2200 euro di spese legali al prof costituitosi parte civile nel processo. Pur essendo vero e di interesse pubblico, scrivono gli ermellini, rispetto a quanto detto da Grillo al prof, “le espressioni usate sono offensive in quanto, pur rispondendo alle frasi pronunciate dal Battaglia, stante l’esigenza di porre l’opinione pubblica a conoscenza di tale censurato orientamento, si sono sostanziate, almeno per una parte in attacchi personali”.