BEPPE GRILLO E L’ANNO… DA CAMBIARE

C’era una volta il famoso “Controdiscorso” di Capodanno dove Beppe Grillo, fondatore e anima del “primo” Movimento 5Stelle si contrapponeva al discorso del Presidente della Repubblica con toni e proposte sempre al limite tra serio e faceto. Con gli ultimi anni si è invece persa quella “tradizione” anche per la graduale uscita di scena politica dell’ex comico, ma in questo 31 dicembre 2023 il “sior Grillo” ha voluto lanciare la sua ultima “boutade”, riprendendo una vecchia proposta del filosofo August Comte (attenzione, con la M e non con la N, mi raccomando… ndr).



«Riformiamo il nostro tempo», titola Beppe Grillo sul suo Blog nella proposta lanciata per questo Capodanno 2024, «I calendari, così come gli orologi, sono invenzioni umane, perché dunque non inventarne di migliori?». L’idea in sostanza è quella di cambiare il calendario in uso da 400 anni – il calendario gregoriano, a sua volta nato dal precedente calendario giuliano dell’epoca romana – e arrivare invece ad un nuovo modo di contare il tempo e i giorni: «Un calendario di 365 giorni, composto da 13 mesi, ciascuno di 28 giorni, e un giorno in più aggiunto come festività alla fine dell’anno». Secondo il fondatore e garante M5s, i nostri semestri ad oggi «hanno la stessa durata solo negli anni bisestili, l’anno non si suddivide mai equamente in trimestri, i mesi sono irregolari, e né l’anno né i mesi possono essere suddivisi regolarmente in settimane. Alla luce di tutti questi deficit sorge dunque una domanda: perché il nostro calendario non dovrebbe essere modificato?».



LA “PROPOSTA” DI GRILLO SUL CAMBIARE IL CALENDARIO E I POSSIBILI (PRESUNTI) VANTAGGI

Nel 1849 Auguste Comte, filosofo, matematico e scrittore francese, presentò un calendario basato su un anno di 364 giorni che includeva uno o due giorni ‘vuoti’ che l’Abbé Mastrofini, un prete romano italiano, «aveva ideato 15 anni prima», scrive ancora Beppe Grillo sul suo blog. Ciascuno dei 13 mesi aveva 28 giorni ed esattamente quattro settimane: i nomi dei mesi poi erano quelli di personalità famose dell’epoca, ma l’idea non fu convincente appieno e non rimase. Il progetto venne poi ripreso nel nel 1902 dall’inglese Moses B. Cotsworth che eliminò i nomi famosi, semplificando il progetto.



Secondo la “complessa” proposta dell’ideatore dei 5Stelle, diversi studiosi ancora oggi valutano i 5 benefici (presunti) che porterebbe un calendario di 13 mesi: tra gli altri, Grillo segnala la confusione che verrebbe eliminata per i mesi con numeri di giorni variabili, «semplificando la gestione del tempo, il budget e la pianificazione per individui, aziende e organizzazioni». Con ogni mese composto da quattro settimane di 7 giorni sarebbe più semplice pianificare e coordinare le attività locali, nazionali e globali, secondo la teoria grillina: «Gli anni bisestili sarebbero facilmente gestiti aggiungendo un singolo giorno in più alla fine dell’anno invece del sistema attuale in cui viene aggiunto un giorno in più a febbraio. Le aziende trarrebbero vantaggio per la rendicontazione finanziaria, l’elaborazione delle buste paga e la gestione dell’inventario».

Addirittura, e questa è l’ultima “boutade”, il giorno extra aggiunto come festività alla fine dell’anno «porterebbe una giornata universale di festa, contro ogni tipo di discriminazione religiosa e promuovendo l’unità globale». In piena risposta alla “sparata” di Grillo è intervenuto il senatore Lucio Malan, capogruppo di FdI facendo semplicemente notare come una proposta come quella di Grillo «ignora che i semestri hanno durata diversa perché il tempo tra solstizi ed equinozi non è uguale. Ma certamente gli piace un calendario che taglierebbe radici storiche, culturali e religiose. Chi taglia le radici vuole abbattere l’albero». Qualche utente sui social è invece stato molto più “prosaico” nel bocciare sonoramente la proposta dell’Elevato: «facendo così, vuole fare pagare più tasse agli italiani».